L’horror italiano che punta all’internazionalità
Presentato alla 42ma edizione del Fantafestival, cornice ideale per i film di genere come questo, Dead Bride di Francesco Picone ha spaccato in due la platea per la scelta registica di internazionalizzare il suo film, girato in Italia (più precisamente in Toscana) ma ambientato nel mondo anglosassone e recitato in lingua inglese. Una scelta più o meno condivisibile, ma che nulla toglie (ed anzi aggiunge) alla qualità del prodotto, di alto livello nonostante le difficoltà di girare un lungometraggio ‘a basso budget’ e durante una pandemia mondiale.
La storia è abbastanza classica nel genere horror: una casa infestata, dove vi si trasferisce, alla morte suicida del padre, la figlia con marito e bebè; da qui, gli incubi della protagonista che la riportano al suo passato. Aggiungi un prete esorcista che torna sul luogo del delitto ed un capace sensitivo, e gli ingredienti per la paura ci sono tutti. La regia di Picone li dosa sapientemente lungo il tragitto, tra suspense ed effetti speciali, con richiami classici all’Esorcista e ad Insidious con un pizzico di Shining; ma la non completa originalità della trama viene decisamente sollevata dall’intrinseco omaggio ai grandi classici dell’horror e, soprattutto, dal livello elevato della fattura di Dead Bride, dalla fotografia agli effetti speciali, sino alla musica straniante ed azzeccata di Alessandro Moro, che, ben combinati, riportano in auge il filone italiano dei film di genere dandogli perlopiù autorevolezza internazionale.
Se l’incastro della paura funziona perfettamente, non da meno rende la recitazione; Picone ha scelto volutamente un cast internazionale e spiccatamente anglofono, dalla protagonista Jennifer Mischiati a David White, da Douglas Dean a Francesca Albanese, nell’inquietante interpretazione della sposa morta. Una recitazione che punta appunto al pubblico estero ed esterofilo, inappuntabile e precisa, tipica di una produzione statunitense, cui forse manca un pizzico dell’intensità sanguigna che caratterizza il prodotto ‘made in Italy’, ma che dimostra come anche il cinema indipendente di casa nostra possa ambire ad un ruolo di primo piano nel panorama internazionale.
Dead Bride è, nel suo complesso, un bel film horror; dalle atmosfere classiche dei film cui strizza l’occhio, Picone ricava un incastro perfetto di paura, suspense, musica ed effetti speciali, che lo pongono decisamente ad un alto rango tra i film di genere, a livello dei prodotti (che si avvalgono di sforzi produttivi ben più consistenti) che arrivano da oltreoceano.
Michela Aloisi
E’ orrendo. Un collage di scene da Insidious e compagnia, senza trama, un finale stupidissimo e dialoghi imbarazzanti, quando ci sono. Sembra che gli attori si siano visti gli altri film e siano andati a braccio, anziché avere un copione. Ognuno dice la sua ma nel complesso nessuno si parla. Da evitare!