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Westwood. Punk, Icona, Attivista

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VOTO: 6.5

Vita di una ribelle

Non lasciatevi ingannare dal titolo. Vivienne Westwood è una vera icona, ma nel documentario i lati ‘punk’ e ‘attivista’ vengono solo accennati, come parte integrante della storia unica di questa donna eccentrica, ostinata, provocatrice, attaccabrighe, tenera e feroce, come la racconta la ex modella e regista di video musicali Lorna Tucker nel suo film documentario Westwood. Punk, Icona, Attivista.

Per girare il documentario che descrive la vita e la carriera della Westwood, la Tucker l’ha frequentata e filmata per più di tre anni, cogliendo l’essenziale: una donna che si è ‘creata da sé’, fondamentalmente ribelle e avulsa dalle mode, lei che la moda l’ha creata e continua a farlo, in una ricerca inesauribile di nuovi stimoli e idee.
Idee che nascono osservando il mondo, trovano spunto in un quadro come in una poesia giapponese. Abiti che sbocciano come fiori in un giardino, non collezioni create a tavolino.
Il punk è una parte della sua vita, come lo è stato il suo secondo compagno, Malcom McLaren, inventore dei Sex Pistols e suo partner nella diffusione di quella moda fatta di lamette, simboli anarchici, jeans e t-shirt tagliati e spille da balia. Un incontro importante, dopo il matrimonio sbagliato con Derek Westwood, grazie al quale però Vivienne capisce che non è quella della ‘mogliettina della pubblicità’ la sua strada, ma non l’incontro definitivo. McLaren si ferma, lei va avanti (“Non si è evoluto e mi sono annoiata di lui”, dice la Westwood).
Va avanti e si reinventa, come quando a cinque anni creava le proprie scarpe, dal punk al New romantic, tra successi e fallimenti, senza che si spenga mai la fiamma dell’arte. Perché se pure la sua è una azienda con esigenze di marketing, lei resta fedele a se stessa e alla sua creatività, arrivando ad affermare di non riconoscere alcuni dei capi da lei creati quando si allontanano da quella originalità che le è congeniale, come se ci fosse un conflitto tra lei stessa e ciò che il suo marchio è oggi.
Marchio che lei ha creato, cresciuto nel tempo anche grazie al supporto emotivo e pratico del suo attuale marito e collaboratore, Andreas Kronthaler.
Il rapporto d’amore profondo e di intimità tra loro due è palese agli occhi di chi guarda, tanto da conquistare anche il figlio della Westwood e fargli superare la diffidenza per quest’uomo tanto più giovane della madre. Giovane e apparentemente gay. Questa la domanda che è stata posta più spesso alla regista Tucker. La risposta è che Vivienne non è mai stata una donna convenzionale, ed ha trovato l’anima gemella in una relazione anch’essa anticonvenzionale. Vivienne e Andreas si capiscono, si supportano, sono complici ed ispiratori l’uno dell’altro. Come se ognuno fosse la musa dell’altro.
La Westwood, una punk insignita del titolo di “gran dama” dalla regina Elisabetta. Un’icona della moda. Un’attivista per l’ambiente. Ma sopra a tutto un’artista immensa, che conserva intatta negli occhi la curiosità per il futuro e la scintilla della creazione.

Michela Aloisi

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