Profondità abissali (francesi)
Prima di iniziare a parlare di Wolf Call – Minaccia in alto mare, è doveroso fare due brevissime premesse. La prima è sul titolo; italianizzato e americanizzato, il film si intitola Wolf Call – Minaccia in alto mare, per l’appunto. Ma il titolo originale in lingua francese è Le chant du loup, cioè Il canto del lupo. La seconda premessa è sul genere; il film è ambientato nel mondo dei sottomarini militari che hanno a che fare con missili nucleari, perciò a prima vista sembrerebbe un vero e proprio blockbuster americano, ma il film è la prima produzione francese che ha a che fare con un tema scottante. Se anche i francesi si impegnano quindi, traggono piccoli capolavori e film di pregevole fattura come il seguente.
Fatti questi preamboli, è ora di spiegare e raccontare il film. Si tratta di un tecno thriller geo-politico ambientato nelle profondità marine. La storia è quasi interamente ambientata sott’acqua, a bordo di alcuni sommergibili della marina militare francese. Il quadro geo-politico, vede l’Europa minacciata da un’ipotetica avanzata russa nel territorio del continente con conseguente risposta militare dei paesi europei. I sommergibili della marina francese, devono tenersi pronti a colpire al cuore la Russia qualora gli stessi dovessero optare per la medesima soluzione. A bordo del sommergibile Titane della marina francese, la storia prende forma. L’equipaggio è composto da numerosi marinai tra i quali spicca l’addetto agli idrofoni Chanteraide (François Civil), soprannominato Orecchio D’oro perché capace di riconoscere ogni suono sotto marino, persino quello più basso possibile. Il Titane è guidato dal vice capitano D’Orsi (il bravissimo Omar Sy) e dal comandante in capo Grandchamp (un superbo Reda Kateb). La situazione conflittuale precipita nel corso del film e la Francia rischia l’attacco nucleare, per tutta risposta, i francesi schierano il loro sommergibile nucleare più pericoloso, l’Intrepido, e ordina un contrattacco di risposta. La situazione si aggraverà quando si scoprirà che le cose sono diverse da ciò che sembrano e l’obiettivo cambia radicalmente, mettendo a rischio la volontà ferrea delle persone a bordo dei due sommergibili e, soprattutto, rischiando un guerra nucleare.
La sceneggiatura del film, scritta da Antonin Baudry che ne è anche il regista alla sua opera prima, ci consegna un’opera molto ambiziosa e ben congenata. Siamo soliti aspettarci questo tipo di film da parte delle grandi major americane; perciò il fatto che è una produzione puramente francese ci consente di gridare al successo. Certo ha dei difetti, che tra poco elencheremo, ma possiede anche dei momenti di fortissima suspense che cattureranno lo spettatore immergendolo all’interno degli ambienti claustrofobici sottomarini. I difetti del film, rasentano alla computer grafica e al suo scarso utilizzo, nella parte iniziale del film, senza troppa voglia di nasconderla. La scena iniziale ci consegna un duello tra il sottomarino Titane e un elicottero militare siriano, ma non è stata ben orchestrata con l’uso degli effetti speciali risultando quasi un cartone animato. Un altro difetto del film, è la mancanza di personaggi femminili, eccezion fatta per il personaggio di Diane (Paula Beer) tenuta comunque al margine della narrazione e utilizzata come supporto morale per il protagonista François Civil. Oltretutto, la storia scritta per loro due, si sviluppa così velocemente da risultare impossibile e fuori luogo. Venendo alle cose positive, la controparte sonora del film è la cosa meglio congeniata. I suoni all’interno del film sono meravigliosamente riportati e simili alla realtà, quasi spaventosi. Il suono di individuazione di un sommergibile da parte di un impulso sonar, è particolarmente simile al canto di un lupo (da qui si evince il titolo). Un’esperienza che avevamo vissuto in Caccia a Ottobre Rosso nella scena in cui i due sommergibili, il Dallas e lo stesso sommergibile sovietico, comunicano usufruendo di singoli impulsi sonar. Il suono che si manifesta nel film di Baundry, è molto più spaventoso e angosciante, e se si pensa al contesto in cui si trovano i personaggi del film, ti viene veramente la pelle d’oca. Del resto, a occuparsi del suono è niente meno che la Skywalker Sound, compagnia appartenente alla Lucasfilm. Il modo in cui si evolve la storia, che mette con le spalle al muro l’intera marina francese costretta a prendere delle decisioni critiche, aumenta la tensione che si prova nel guardare il film e non disdegna nemmeno l’immagine di una realtà forse non troppo lontana. Un altro personaggio che influirà nella parte finale del film, è l’ammiraglio Alfost (Mathieu Kassovitz) che assumerà la guida del Titane per impedire l’olocausto nucleare, ma per farlo dovrà prendere una decisione difficile dopo aver tentato invano di persuadere le regole della marina militare (troppo rigide a bambinesche per certi aspetti). Un concentrato di adrenalina, ambienti e spazi ristrettissimi, attori pochi ma buoni e una storia tanto fittizia quanto attuale, regalano al pubblico cinematografico un film di grandissimo spessore che rimandano a vecchi capolavori come Das Boot, Duello nell’Atlantico, U-571 e tanti altri. L’orologio dell’apocalisse, in questo film, ha raggiunto veramente i pochi secondo dalla mezzanotte!
C’è da segnalare l’affermazione di un attore francese di grande spessore quale è Reda Kateb. Il francese, di chiara origine algerina, è l’elemento portante di questo film ed è uno dei prospetti francesi migliori sul mercato. Le recenti produzioni a cui ha preso parte (Frerès Ennemis, Il profeta tanto per citarne due) ci consegnano un perfetto ritratto dell’attore quarantunenne la cui carriera sembra aver preso finalmente il volo. Se anche i francesi ci si mettono, sono capaci di creare prodotti di ottimo pregio.
Stefano Berardo