A tutto voguing
Il voguing e Lasseindra Ninja sono i protagonisti di Fabulous, il documentario firmato da Audrey Jean-Baptiste presentato in anteprima europea alla 33esima edizione del Festival Mix Milano nella competizione dedicata al cinema del reale. Ma non aspettatevi nulla di nuovo sul fronte dei contenuti, tantomeno sulla figura su e intorno alla quale l’autrice ha costruito la pellicola. Entrambi, infatti, sono già stati oggetto nel recente passato delle attenzione della Settima Arte, arrivando persino a convergere nel medesimo progetto, ossia Paris Is Voguing di Gabrielle Culand. Più in generale, lo stile di danza contemporanea, nato nei locali gay degli Stati Uniti frequentati da latinoamericani e da afroamericani, è stato più volte mostrato sul grande e piccolo schermo. Prima Malcolm McLaren con i video “Deep in Vogue” e “Waltz Darling” nel 1989, poi Madonna con il videoclip “Vogue”, nel 1990, hanno contribuito e non poco a trasformare il suddetto ballo in un fenomeno di costume. Poi saranno il già citato documentario di Culand e i pluridecorati Paris Is Burning di Jennie Livingston e Kiki di Sara Jordenö a farlo conoscere a livello cinematografico.
Insomma, i motivi di interesse vanno cercati da altre parte, con l’attenzione dello spettatore che va spostata sull’ascolto e la visione dell’esperienza che la Jean-Baptiste ha voluto raccontare in Fabulous. In effetti, ciò che scorre davanti ai nostri occhi non va considerata alla pari di una biografia, semmai di una finestra temporale aperta nella vita e nella carriera della celebre ballerina professionista transgender che, dopo anni passati nelle ball di tutto il mondo, transitando per gli Stati Uniti, la Francia e il Brasile, ha deciso di tornare a dieci anni distanza nella Guyana Francese, decisa a portare il voguing anche nel suo paese d’origine. Organizza così un workshop per giovani decisi a riscattarsi e a liberare, attraverso i movimenti del corpo, la propria identità. Tra lezioni di ballo e suggerimenti su passi e pose, emergono le storie di ragazze e ragazzi fino a quel momento interrotti, spesso costretti a vivere la propria intimità in solitudine, vittime di pregiudizi e rigidi modelli socio-culturali. Una lezione di vita a passo di danza, ritmata dal carisma di una star del voguing internazionale che sogna di strutturare, finalmente, una comunità LGBTQ in Sud America.
Fabulous documenta questo viaggio e lo fa con una videocamera che tra una lezione e l’altra, un’intervista e l’altra, ci regala le emozioni di un’esperienza che per Lasseindra catarticamente vale doppio: il ritorno a casa e la possibilità di portare con sé il voguing per insegnarlo a chi come lui lo ha trasformato in uno “strumento” di riscatto ed “evasione”.
Il risultato altro non è che un backstage del workshop, che la regista ha filmato sino al saggio finale. Il tutto arricchito da situazioni estemporanee che ci portano in giro per le strade della città al seguito della protagonista e dei suoi alunni, chiamati ad esibirsi in coreografie o in improvvisazioni di puro free-style. Ne deriva una narrazione costruita in montaggio con i materiali a disposizione, con un final cut che denota una certa pigrizia registica e una conseguente schematicità nell’architettura complessiva. Da segnalare la colonna sonora, senza alcun dubbio l’elemento di maggior spicco tra tutti quelli chiamati in causa.
Francesco Del Grosso