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The Wholly Family

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VOTO: 7.5

Incubo partenopeo

Potrebbe terminare con The Wholly Family (1) l’avventura produttiva nella Settima Arte del celebre Pastificio Garofalo, che con questo quarto e forse ultimo cortometraggio dopo i pregevoli L’Alchimia del Gusto (2008) di Edo Tagliavini, Questioni di Gusto (2009) di Pappi Corsicato e Armandino e il Madre (2010) di Valeria Golino, cala il poker chiudendo in grande stile il progetto cinematografico chiamando alla propria corte mister Terry Gilliam. E il regista americano risponde alla grande con una piccola perla che porta sullo schermo il suo inconfondibile stile e marchio di fabbrica. Lavorando sull’immaginario comune, sui luoghi e sui simboli della città partenopea (comprese le montagne di immondizia maleodorante tra le strade), Gilliam costruisce l’ennesimo e “mondo altro”, dimensione mnemonica sospesa tra realtà e sogno dove tutto è possibile, persino essere inghiottiti vivi nella pancia di un gigantesco Pulcinella. Come al solito la fantasia non ha limiti quando è nelle mani di Gilliam e anche in questo short finisce con il prendere, dopo un breve prologo in quel di San Gregorio Armeno, definitivamente il sopravvento. Il sogno si trasforma come sempre nel suo cinema in un incubo ad occhi aperti, un incubo che in The Wholly Family è popolato da decine e decine di dispettose Pulcinella e da altri personaggi bizzarri e fuori dagli schemi. In questa dimensione onirica si consuma un viaggio affascinante che sa di romanzo di formazione per un bambino che scopre via via i misteri di una Napoli fuori dal tempo e dallo spazio. Proprio il viaggio fisico, mentale o onirico, è uno degli elementi imprescindibili nella sua filmografia, così come l’infanzia per certi versi negata. La storia di The Wholly Family ci riporta alla mente Tideland o Parnassus, ma anche le stravaganti e fantasmagoriche vicende raccontate in Le avventure del barone di Münchausen. Il giovane protagonista (la sorpresa Nicolas Connolly) entra attraverso la pancia di un Pulcinella in un incubo che prima di spaventare entusiasma e diverte. Tra botteghe, cliniche e misteriose caverne, Gilliam dipinge grazie alla bellissima fotografia di Nicola Pecorini un affresco che incanta e affascina, stupisce e colpisce fotogramma dopo fotogramma. Unica nota dolente la recitazione in inglese della nostra Cristiana Capotondi che nel ruolo della madre isterica non tiene il passo interpretativo della spalla Douglas Dean. Grazie al cielo ci pensa la fantasia sfrenata di Gilliam che con le sue trovate narrative riesce ad attutire le mancanze recitative.
In The Wholly Family c’è tutto Gilliam, ci sono i temi e gli stilemi del suo modo fare e concepire l’Arte cinematografica, c’è la rapida variazione dei toni narrativi e dei registri (si passa in un battito di ciglia dal dramma alla commedia, dallo sci-fi alla favola nera), la capacità di mescolare lo scatologico con il commovente e soprattutto una regia che come poche altre (Jeunet, Burton e Del Toro) porta nel cinema dal vivo la stessa libertà creativa dell’animazione (basta vedere gli effetti visivi di buona fattura).

Francesco Del Grosso

NOTE
(1) The Wholly Family è on line sul sito www.pastagarofalo.it e dal 27 maggio è possibile vederlo in alcune sale cinematografiche di Roma (Quattro Fontane, Greenwich), Milano (Eliseo), Napoli (Filangeri, American Hall), Torino (Cinema Massimo) e Firenze (Cinema Fiorella).

Il poster di The Wholly Family di Terry Gilliam (Italia, 2012)
Il poster di The Wholly Family di Terry Gilliam (Italia, 2012)

Titolo: The Wholly Family
Nazione: Italia Anno: 2011
Genere: Fantastico Durata: 15 minuti
Regia e sceneggiatura: Terry Gilliam
Fotografia: Nicola Pecorini
Musica: Daniele Sepe
Costumi: Gabriella Pascucci, Massimo Cantini Parrini
Produzione: Blue Door per Pasta Garofalo
Cast: Cristiano Capotondi, Douglas Dean, Nicolas Connolly, Sergio Solli, Renato De Maria, Antonino Iuorio

 

 

 

 

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