Il primo passo falso
Dopo il successo di Blue Valentine (2010) e Come un tuono (2013), Derek Cianfrance fa il suo esordio alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia edizione 2016 con The Light Between Oceans (nella versione italiana La luce sugli Oceani), tratto dall’omonima novella di M. L. Stedman (2012). Ma gli applausi al termine della proiezione stampa sono stati tiepidi, e le critiche ricevute complessivamente negative. E non senza ragione.
Tom Sherbourne (Michael Fassbender), reduce dall’esperienza traumatica della Grande Guerra, si presenta come volontario per far da guardiano di un faro sull’isola di Janus, un’occupazione che gli consentirebbe di trascorrere del tempo in un totale isolamento dopo gli scossoni emotivi e psicologici subiti al Fronte. Si tratta infatti di custodire la luce che indirizza i marinai intenti ad attraversare i due oceani divisi da quella striscia di terra. Questo suo bisogno di solitudine finirà per essere sorpassato dal suo amore verso Isabel (Alicia Vikander), che lo convincerà a prenderla in sposa e a portarla con lui sull’isola: ma se i primi anni di matrimonio trascorreranno felici e spensierati, un aborto spontaneo e poi una nascita prematura concorreranno ad offuscare la serenità della loro vita di coppia. L’approdo di una piccola imbarcazione con una neonata in fasce darà all’intera vicenda una svolta inaspettata.
Durante la conferenza stampa, Cianfrance ha condiviso la sua grande ammirazione per il libro di Stedman e ha ricordato come, una volta terminato il racconto, avesse avvertito il forte bisogno di dare a quella storia una trasposizione cinematografica. Potrebbe dunque essere spiegata con un ossequio eccessivo l’assoluta anonimia autoriale di The Light Between Oceans, che oltre ad una confezione ben presentata e ad un montaggio liscio e lineare non offre davvero particolari spunti di riflessione. Il film fatica ad andare oltre le caratterizzazioni del melò, e anche l’intesa attoriale tra Michael Fassbender e Alicia Vikander, che ci si aspetterebbe essere quanto meno affiatata considerato il fidanzamento tra i due attori, è debole e quasi imbarazzata; non cambia poi molto se consideriamo i due interpreti singolarmente, dato che i due attori, che han dato più volte prova del loro talento, non riescono ad emergere a causa di personaggi tipizzati e privi di battute significative (anche un’attrice leggiadra come Rachel Weisz, che nel film interpreta la vera madre della neonata, è penalizzata dalla piattezza del suo personaggio).
Ad accentuare ulteriormente l’impressione di falsità che il film consegna allo spettatore contribuiscono una serie di lettere, esposte dal voice over del mittente, che i vari personaggi si sono scambiate tra loro, e il cui contenuto consiste in banalità e stereotipi difficilmente scusabili; e in secondo luogo un finale raffazzonato, che vorrebbe mettere in scena un salto temporale senza quelle accortezze necessarie affinché risultiveramente credibile.
The Light Between Oceans è per adesso il film più classico e dimenticabile di Derek Cianfrance, prova che spesso non basta una storia commuovente per emozionare. E se nei due lavori precedenti (in Blue Valentine soprattutto) regista era riuscito nell’impresa grazie ad una regia potente e distintiva, in questo caso si avverte decisamente la sua mancanza.
Ginevra Ghini