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The Ice Tower

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VOTO: 6

Finzione e realtà

Tutti conosciamo la celebre fiaba di Hans Christian Andersen “La Regina delle Nevi”. E come ben sappiamo, la figura di questa enigmatica quanto spietata regina che vive in un regno di ghiaccio ha a sua volta ispirato spesso anche il mondo della settima arte (basti pensare anche soltanto al recente successo della Disney Frozen, in cui, tuttavia, ci viene presentato un ritratto della protagonista ben più “edulcorato”). Poteva, dunque, mancare una rilettura in chiave postmoderna di tale fiaba anche a questa 75° edizione del Festival di Berlino? Assolutamente no. E infatti, ecco giungere sugli schermi berlinesi, in corsa per l’Orso d’Oro, The Ice Tower, ultimo lavoro della regista – storica collaboratrice di Gaspar Noé – Lucile Hadžihalilović. Sarà riuscita la cineasta francese a realizzare una trasposizione del capolavoro di Andersen realmente degna di nota? Presto detto.

Ci troviamo, in questo caso, negli anni Settanta. Jeanne (impersonata da Clara Pacini) vive in una casa-famiglia nel bel mezzo delle montagne, ma sogna di visitare la città vicina, le cui luci l’hanno sempre affascinata. Un giorno, la ragazza raggiunge finalmente la città e, dopo aver trovato per terra una borsetta con dentro dei documenti, decide di farsi chiamare col nome della ragazza che l’ha persa – Bianca – e trova riparo per la notte all’interno di uno studio cinematografico. Qui Jeanne ben presto scoprirà che stanno girando proprio il film La Regina delle Nevi e l’algida protagonista, Cristina (Marion Cotillard), l’affascinerà immediatamente. Tra le due, pian piano, si instaura un rapporto di confidenza e Jeanne, che nel frattempo ha iniziato a partecipare al film come comparsa, avrà nella pellicola ruoli sempre più importanti. Come andrà a finire?
Cristina è una donna molto problematica. Dipendente dalle droghe e costantemente depressa, la donna – analogamente al personaggio che interpreta nel film – è sostanzialmente sola. E se la vicinanza di Jeanne fosse, in realtà, uno dei suoi tanti capricci? Fino a che punto la ragazza è pronta a venerarla e a obbedirle? Nel mettere in scena le vicende delle due protagoniste, Lucile Hadžihalilović ha puntato innanzitutto su un’estetica particolarmente curata e raffinata, dove il bianco accecante di vaste distese di neve ben si sposa con gli interni semi-vuoti di uno studio cinematografico o di lussuose camere d’albergo. Allo stesso modo, Marion Cotillard e Clara Pacini, meravigliose nei loro costumi di scena, così come lontano dal set, vengono osservate dalla macchina da presa della regista quasi come opere d’arte da ammirare, all’interno di una messa in scena in cui sono i silenzi ad avere quasi sempre la meglio sulle parole.

Una scelta registica, la presente, indubbiamente coraggiosa, che, tuttavia, se, da un lato, è comprensibile nel dare voce quasi esclusivamente alla potenza delle immagini, dall’altro si è però rivelata spesso gratuita, presentando al suo interno non poche lungaggini e facendo in modo, di conseguenza, che la storia stessa perda via via pericolosamente di mordente. Peccato. Soprattutto perché questo The Ice Tower di potenzialità ne aveva davvero tante.

Marina Pavido

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