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The Father – Nulla è come sembra

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VOTO: 8.5

I ricordi, la memoria e la paura dell’oblio

Prima di affrontare The Father – Nulla è come sembra ci sembra importante evidenziare una scelta di Bim Distribuzione: il film diretto da Florian Zeller viene distribuito al cinema dal 20 maggio in lingua originale (con sottotitoli in italiano) e dal 27 maggio in versione italiana. Un passo importante per supportare la riapertura delle sale e offrire al pubblico l’opportunità di vedere il film dell’autore francese con protagonisti Anthony Hopkins e Olivia Colman, premiato agli Oscar© 2021 per l’interpretazione di Hopkins come Migliore Attore Protagonista e per la Migliore Sceneggiatura Non Originale di Zeller e Christopher Hampton (quest’ultimo sceneggiatore anche di Espiazione e de Le relazioni pericolose – per citare due tra i vari titoli).
Il lungometraggio è tratto dalla fortunata opera teatrale “Il padre” (Le père) scritta dallo stesso Florian Zeller e andata in scena per la prima volta a Parigi nel 2012, conquistando il premio Molière per la Miglior commedia, prima di debuttare a Broadway e nel West End londinese, dove ha ottenuto premi Tony e Olivier per il Miglior attore (rispettivamente a Frank Langella e Kenneth Cranham). La pièce è stata messa in scena con successo anche nel nostro Paese con protagonisti Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere (e con Paolo Giovannucci, Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo, Riccardo Floris), per la regia di Piero Maccarinelli (Goldenart Production). «La sapiente penna di Zeller riesce a descrivere una situazione che, seppur tragica, viene affrontata con leggerezza e pungente ironia. Tutto a poco a poco va scomparendo: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia, in un racconto che tratteggia con delicatezza e intelligenza lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare. Viviamo con lui le contraddizioni e la perdita graduale delle facoltà logico-analitiche, non riusciamo più a distinguere il reale dall’immaginario, coinvolti ed emozionati in questo percorso dolorosamente poetico», aveva sottolineato il regista bresciano.
Il drammaturgo francese ha deciso di esordire dietro la macchina da presa proprio con la trasposizione sullo schermo di questa fortunata sua pièce che tocca, in punta di piedi, ma con un crescendo emotivo molto forte, un tasto dell’esistenza che purtroppo potrebbe capitare a chiunque sia in qualità di malattia sia di familiare che deve rapportarsi con il proprio caro che non la riconosce più e sta ‘perdendo’ per strada i pezzi della propria vita.
Anthony (A. Hopkins) ha 81 anni. Vive da solo nel suo appartamento londinese e rifiuta tutte le persone che sua figlia Anne (O. Colman) cerca di imporgli. È lei a far il primo ingresso e andar via a un film che vi toccherà nel profondo. La donna presto non potrà più andarlo a trovare tutti i giorni poiché ha deciso di trasferirsi a Parigi con l’uomo di cui si è innamorata. Non traspare giudizio da questa decisione, ma solo tanta sofferenza, vissuta – ed espressa – da entrambe le parti in maniera differente.
Nel film si può affermare che si avverta la matrice teatrale in particolare modo sul piano spaziale (tutto si svolge ‘apparentemente’ in un unico appartamento – non desideriamo volutamente svelarvi il ‘luogo’ esatto) e dei dialoghi; parallelamente il linguaggio cinematografico sfrutta il potere dei dettagli e dei primi piani. Colpisce inevitabilmente l’interpretazione di Hopkins, perfetto nel cambio dei registri che riflettono il mutamento di umore e lo stato confusionario con cui l’uomo sta facendo i conti, ma di cui non ha consapevolezza fino in fondo. La sceneggiatura ‘gioca’ proprio con gli ‘scherzi’ che può provocare la mente, con mutamento e intreccio di personaggi (completano il cast Mark Gatiss, Imogen Poots, Rufus Sewell e Olivia Williams) che sembrano ruotare nella casa dell’uomo. Zeller, a partire dalla scrittura e forte in primis dei protagonisti, riesce a rappresentare la ‘radiografia’ di come si possa sentire un uomo che teme continuamente l’abbandono, congetture contro di sé e, in fin dei conti, deve ‘solo’ combattere con l’estraneo di turno. The Father – Nulla è come sembra è il racconto di un uomo la cui realtà si sgretola pian piano davanti ai suoi e ai nostri occhi e questa regressione (teneramente e in maniera struggente allo stato infantile) viene resa magistralmente dall’interpretazione di Hopkins, tra disorientamento, timore dell’abbandono fino al punto in cui la cruda verità si palesa davanti a un orizzonte ben definito (di qui anche la valenza simbolica della finestra).

Maria Lucia Tangorra

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