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Sulmona International Film Festival 2019: diario di bordo #1

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1^ giornata

Pronti, partenza e via! Il conto alla rovescia è finalmente finito e con esso l’attesa per il taglio del nastro della 37esima edizione del Sulmona International Film Festival. Quando le lancette dell’orologio segneranno le ore 17 del 6 novembre inizieranno a scorrere sullo schermo del Cinema Pacifico le immagini dei primi cortometraggi e videoclip in concorso.

Ad animare la programmazione pomeridiana ben due slot che raccolgono alcune delle opere selezionate delle sezioni competitive. Sul fronte della fiction internazionale si segnala tra gli altri la presenza di Homesick, il toccante dramma familiare scritto e diretto dal giapponese Koya Kamura che vede un padre sfidare la red zone di Fukushima, due anni dopo il disastro nucleare, per trascorrere del tempo con suo figlio di otto anni. Dal Vecchio Continente provengono il britannico This Time Away di Magali Barbe e il francese Beaver at Work di Steed Cavalieri, entrambi costruiti su architetture mistery e thriller psicologici. Nel primo ci troviamo catapultati nella vita di un uomo anziano che vive come un recluso, ossessionato dal suo passato e dalla memoria della famiglia che aveva un tempo, mentre nel secondo un dipendente di un supermercato se la dovrà vedere con il suo mefistofelico datore di lavoro. Dall’Iran, direttamente dalla 69esima Berlinale, invece approda in terra abruzzese Tattoo, in cui Farhad Delaram ci porta al seguito di una giovane donna alle prese con un rinnovo della patente di guida destinato a trasformarsi in una traumatica esperienza. All’improvviso, infatti, la protagonista viene intrappolata, costretta a rispondere a domande personali ed esposta ad insinuazioni.

Sempre dall’Iran arriva uno dei due corti d’animazione della giornata. Si tratta di Song Sparrow di Farzaneh Omidvarnia che racconta l’odissea di un gruppo di rifugiati che prova a raggiungere un paese sicuro in cerca di una vita migliore. Pagano un contrabbandiere per essere trasportati oltre i confini in un camion frigo. Tuttavia, la gelida temperatura del camion trasforma le loro speranze per un futuro migliore in una lotta feroce per la sopravvivenza. Il secondo invece batte bandiera tricolore, ma concorre nella sezione dedicata alla produzioni made in Abruzzo. A firmarla è il ventiduenne Julien Zaccardi che in The Great Androgynous racconta le disavventure di una molletta in un ambiente totalmente asettico. Mentre per quanto riguarda la vetrina competitiva dei videoclip sarà la volta di Andrea Folino e Gabriel Fortin, rispettivamente con AK77 e A Symphony of Sparks, provare con le note dei Linea 77 (ft. Salmo Slait) e di Pëtr Il’ič Čajkovskij a salire sul gradino più alto del palmares.

Ma non c’è dubbio che l’appuntamento di punta della giornata inaugurale della kermesse abruzzese sia la première mondiale di Wrestlove – L’amore combattuto, il documentario firmato da Cristiano Di Felice sul sodalizio affettivo e sportivo tra Miss Monica e Karim Brigante, gli unici wrestler italiani negli USA. Coppia nella vita e sul ring, viaggiano soli per difendere i loro titoli nei circuiti indi a stelle e strisce. Durante la permanenza in Abruzzo fanno omaggio alla statua di Bruno Sammartino – “The living legend”, un’icona del wrestling d’oltreoceano – nella sua città natale, Pizzoferrato. Oltre a difendere i loro titoli, in Italia approfittano per curarsi a causa dell’elevato costo delle cure mediche negli Stati Uniti e per tornare alle rispettive origini: Monica ritrova la famiglia, Karim invece deve fare i conti col suo passato e il tempo è poco prima di ripartire nuovamente. Insomma, una doppia biografia che parla di amore, sacrificio, sport e lotta, tanto tra le corde che nella vita di tutti i giorni.

Ad accompagnare in sala il film ci saranno il regista, i protagonisti e alcuni membri della troupe. Il tutto preceduto dalla visione fuori concorso del pluridecorato Lucy di Roberto Gutiérrez, che noi di CineClandestino abbiamo potuto ammirare e apprezzare lo scorso agosto nel corso della seconda edizione del Saturnia Film Festival, laddove il corto del cineasta venezuelano si è aggiudicato il premio per il miglior corto della sezione “Fiction Internazionale”.

Francesco Del Grosso

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