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Quest of fear

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VOTO: 7.5

Il trash si trasferisce in Russia

A trent’anni dal cult-trash-horror Il bosco 1, il regista Andrea Marfori porta al 38° FantaFestival Quest of Fear, interessante horror in coproduzione italo russa, che il Marfori aveva già sperimentato con successo lo scorso anno nella realizzazione di Soviet Zombie Invasion.
Ambientato in una moderna Mosca, la storia prende il via con una bambola vodoo, regalo di compleanno dei genitori al giovane Stepan, appassionato dell’occulto in tutte le sue forme e nato proprio il giorno di Halloween. E proprio una notte di Halloween da incubo si prospetta per il giovane Stepan e i suoi amici, attirati in una specialissima escape room da una magica ouija, tavola degli spiriti regalatagli dall’amico Yuri, e da Zot, lo spirito evocato dal protagonista tramite la ouija.

A differenza del Bosco 1, qui il Marfori, coadiuvato dalla brava sceneggiatrice Paola Mingoni, presta molta attenzione alla storia ed ai dettagli; e se pur lo spettatore resta talvolta sconcertato, in particolare all’improvviso apparire di nuovi personaggi il cui unico scopo è aumentare la dose di sangue e splatter nel film, nel complesso si fa trascinare di buon grado nello svolgimento della trama, arrivando a simpatizzare con alcuni protagonisti, da Stepan al ragazzo che, moderno Rambo, inizia ad uccidere ad uno ad uno i pazzi assassini. Ecco, pur nelle sue punte trash-splatter, che comunque divertono lo spettatore, quello che pone Quest of Fear a un livello superiore del Bosco 1 è proprio la logicità della storia, che appassiona lo spettatore fino alla rivelazione finale. Notevole inoltre la scelta di ambientarla in Russia e soprattutto in una escape room, che tanto va di moda tra i giovani d’oggi.
Piccola chicca: tra i regali di compleanno di Stepan troviamo una maglietta del Bosco 1, che il protagonista indossa con orgoglio, t-shirt la cui comparsa ha fatto sorridere gli appassionati, coinvolgendoli così immediatamente, empaticamente, nella storia.

Michela Aloisi

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