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Primo – Sempre Grezzo

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VOTO: 8

Come diventare immortali: Cor Veleno

Noi ci chiamiamo come? Primo più Squarta
Col volume a ciavatta
Quelli mezzi Roma zoo, mezzi robba coatta
Se non ti va, schiatta, c’ho motivi di fuoco sui tuoi motivi di carta
C’ho la posta in gioco alta
Cor Veleno, “Milano Roma”

Stando al calore con cui è stato accolto al RIFF 2023 il documentario di Guido M. Coscino, Primo – Sempre Grezzo, la scena romana non si è affatto dimenticata di un artista come David Maria Belardi a.k.a. Primo Brown: sold out sia il 22 novembre al Cinema Troisi che il 24 novembre al Nuovo Cinema Aquila, in chiusura di festival. E siamo pronti a scommettere che la partecipazione emotiva da parte del pubblico è destinata a restare alta, tutte le volte che tale documentario farà capolino in sala, visto che il film rende giustizia tanto al carattere del rapper capitolino precocemente scomparso che alla straordinaria parabola dei Cor Veleno.

Per inciso i Cor Veleno non hanno mai mollato, a salire sul palco del nucleo fondatore sono ancora oggi Grandi Numeri e DJ Squarta, assieme al bassista /produttore Gabriele “Gabbo” Centofanti, unitosi al gruppo nel 2006. Mentre è stato un dannatissimo tumore al cervello a portarsi via Primo Brown nella notte tra il 31 dicembre 2015 e il 1º gennaio 2016.

Documentario musicale, biopic sotto mentite spoglie, requiem formato hip hop, racconto di formazione dedicato a un ispirato ragazzo che con quel cocktail letale di grinta, sensibilità, tigna, non conformismo e versi graffianti seppe conquistare Roma nei primi anni ’90, investendo come uno tsunami quella scena rap capitolina che era ancora agli albori e un po’ succube di modelli importati da fuori: lo si può anche inquadrare così, Primo – Sempre Grezzo.
A tal proposito, una doverosa precisazione: sin dalle prime battute il così ruspante lavoro cinematografico afferma di non volersi proporre quale Storia o filologica ricostruzione del Rap nella capitale, ma quasi controvoglia e almeno in parte si ritrova comunque ad esserlo. Anche solo per via dei nomi di coloro che hanno voluto partecipare a questo ricordo collettivo di un artista motivato, sincero, tale da lasciare una traccia importante sia attraverso la propria musica che per un’apprezzabile predisposizione caratteriale; quella che poteva spingerlo, senza intaccare determinati princìpi, sia a fare da spalla a personaggi già affermati come Jovanotti, sia a cercare sonorità nuove e a tentare contaminazioni inedite con gente come Roy Paci o come altri musicisti avvezzi a frequentare generi differenti dal suo, sia a duettare con rapper giovanissimi o comunque emergenti, memore poi in questo dello spirito che lui stesso poteva vantare alle primissime apparizioni.

Oltre a Jovanottti, a Roy Paci e agli altri membri dei Cor Veleno, ossia i musicisti finora citati, sono quindi personaggi di rilievo come er Piotta, Colle der Fomento, Ibbanez, Salmo, Coez, Gemitaiz, Tormento, Amir, Detor, Zambo, Niccolò Celaia, Ensi, Ill Grosso, 3D e Shocca a prendere la parola, nel corso delle interviste, le quali si alternano in modo assai spigliato sullo schermo ai più svariati materiali di repertorio: da immagini di iconici videoclip a scene girate durante un concerto fino a qualche vivace backstage. Insospettabili scorci di poesia. Ruvidezza da vita in periferia affrontata a muso duro. “Core de Roma” rappato sul palco. Il tutto si fonde, in Primo – Sempre Grezzo, nel tributo appassionato a un musicista che, pur essendosene andato troppo presto, ha finito per comporre una sorta di ballad suburbana destinata a resistere al tempo; sfruttando così tutte le potenzialità del rap e usando la sua voce sia quale potente strumento musicale che come eco di pensieri profondi.

Stefano Coccia

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