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Peggio per me

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VOTO: 7.5

Bentornato, fanciullino

Pascoli riteneva che in ogni persona ci fosse un fanciullino, da intendersi quasi quale residuo dello spirito sensibile dell’infanzia, quello ancora in grado di meravigliarsi delle piccole cose. E se quella “poetica del fanciullino” provassimo a riportarla ai giorni nostri? Per certi versi è ciò che ha saputo realizzare l’arguto cineasta Riccardo Camilli nel suo lungometraggio, Peggio per me, allorché lo stuzzicante prologo ci mostra due dodicenni amici per la pelle, Francesco e Carlo, che invece di fare i compiti si divertono col mangianastri utilizzando le audiocassette dell’epoca per creare divertenti “remix” di televendite televisive e film per adulti. Evidentemente porre le basi del fanciullino pascoliano nel clima edonista, sboccato e gaudente degli anni ‘80 può avere particolarissimi effetti collaterali. Sì, perché poi rivedremo i due, in primis il protagonista Francesco (interpretato dallo stesso Riccardo Camilli), adulti e alle prese con spinosi problemi di coppia, difficoltà lavorative, relazioni amicali sempre più precarie e lutti in famiglia. Insomma, una sintesi piuttosto efficace del clima ben poco gaudente che ci si ritrova ad affrontare oggigiorno. Solo che in uno dei tanti momenti bui sarà proprio quello spirito più spensierato a manifestarsi, salvificamente, sotto forma di voce impressa su una vecchia musicassetta, nonché di iperbolico monito lanciato a Francesco direttamente dalla propria infanzia!
Un “fanciullino” per la verità tutt’altro che ingenuo e compassato, che a forza di strigliate indirizzate energicamente verso il futuro, riuscirà a rimettere in carreggiata quell’adulto ormai allo sbando. Ad ogni modo Pascoli lo abbiamo citato a sufficienza (e di straforo), anche considerando che nel film Francesco insegna ad alcuni ragazzi con problemi psichici ed è semmai Leopardi l’oggetto di una delle sue lezioni, resa esilarante dalle repliche degli stralunati alunni, con menzione speciale per il forsennato monologo sul poeta di cui è protagonista attrice comica Arianna Bonardi.

Finora ci abbiamo girato un po’ intorno, nella speranza, però, che si sia già intuito quanto di positivo riesca ad esprimere il film di Riccardo Camilli, una commedia originale e amarognola che grazie al passaparola si sta facendo notare nella scialba, piatta programmazione estiva. Dopo Il codice del babbuino e Macbeth Neo Film Opera un altro piccolo successo per Distribuzione Indipendente, combattiva realtà che abbiamo avuto modo di elogiare più di una volta, quest’anno.
Pur senza aspirare esplicitamente allo status di film “generazionale” sui trentenni/quarantenni in crisi, nell’accezione negativa che le ultimissime produzioni “mucciniane” (con relativi ed altrettanto queruli epigoni) possono aver dato al filone, Peggio per me rivela un tocco personale e maturo nel lambire i contorni di tale increspatura dell’immaginario, rivitalizzandone la spinta creativa grazie a un proficuo cortocircuito tra l’umorismo sconsolato dei dialoghi e le piccole trovate fantastiche che vivacizzano di continuo la trama. In un autentico saliscendi di emozioni, l’amarcord anni ’80 della primissima parte lascia progressivamente spazio a certe spiazzanti soluzioni narrative, che gli interpreti principali sono poi bravi a mettere in scena coinvolgendo lo spettatore in quelle piccole, grandi disavventure personali, cui si alterna qualche tentativo di riscatto talora mortificato dalla mediocrità circostante. In tal senso a distinguersi, oltre al già menzionato regista qui anche protagonista, sono suo fratello Claudio Camilli nel ruolo dell’amico d’infanzia depresso ed una Tania Angelosanto quanto mai vispa, nel tratteggiare una mogliettina fedifraga all’apparenza adorabile ma capace poi di scelte estremamente ciniche e superficiali.
Convince la variegata umanità proposta sullo schermo, anziani genitori compresi, ma soprattutto convincono le cangianti pieghe di un racconto cinematografico da cui, complici l’attenzione per i dettagli e un montaggio molto più curato non soltanto rispetto ad altre produzioni indipendenti, ma anche mainstream, provengono lampi di originalità ad emozioni autentiche. Degno quindi di essere recuperato questo Peggio per me, sennò… peggio per voi.

Stefano Coccia

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