La potenza dei sogni
Vincitore della 24ma edizione del Far East Film Festival e del Gelso d’Oro è il sudcoreano Miracle: Letters to the President di Lee Jang-hoon, una toccante favola moderna tra commedia e dramma che coinvolge e travolge, un po’ come il treno senza stazione del film, con la forza e la perseveranza del giovane protagonista Jun-gyeong (un incredibile Park Jeong-min).
Seppur romanzata, la storia narrata nel film si basa su un episodio reale: la costruzione di una piccola stazione ferroviaria nell’isolata campagna coreana per iniziativa privata. Siamo in un piccolo villaggio della provincia del Gyeongsang del nord, nella Corea centrale, dove non ci sono strade ed il treno non ha fermate; l’unico modo per arrivarci è un lungo cammino lungo le rotaie, tra tunnel bui e ponti sospesi sul fiume, un dantesco girone dei dannati per anime incolpevoli che punisce con la morte ogni minima disattenzione o una semplice sorte avversa. È qui che vive Jun-gyeong, genio in erba della matematica, con il padre (macchinista spesso assente da casa) e la sorella Bo-gyeong; testimone sin da bambino di terribili incidenti, il giovane coltiva il sogno di costruire una stazione ferroviaria per il proprio villaggio, che permetta agli abitanti un viaggio sicuro.
Siamo negli anni Ottanta, il mondo è in pieno boom economico, nella Corea del Sud iniziano a farsi strada le istanze democratiche; è il momento in cui i sogni possono divenire realtà. Ecco allora Jun-gyeong scrivere regolarmente lettere al Presidente per chiedere la costruzione della stazione; aiutato dalla compagna ed amica Ra-hee, otterrà infine l’agognato permesso ma non la messa in opera. Ed eccolo, il miracolo: l’intero villaggio si adopera per edificarla, mattone dopo mattone. Ora, manca solo che il treno vi si fermi. Il sogno di Jun-gyeong è a un passo dall’avverarsi; perché ciò avvenga, nella dinamica epica del film, occorreranno chiarimenti tra padre e figlio e rivelazioni oniriche e commoventi, che porteranno lo schivo protagonista a realizzare anche la sua vita come genio matematico.
Miracle: Letters to the President è un inno al potere dei sogni; con grazia e delicatezza, Lee Jang-hoon tratteggia la storia ed i suoi protagonisti facendoli vibrare di passione, che sia inespressa o palesata, raccontandola altresì con immagini suggestive ed evocative ma con tocco leggiadro, coinvolgendo empaticamente lo spettatore sia nel dramma che nella commedia; non mancano infatti, nella equilibrata costruzione della narrazione, momenti di commozione intrecciati con altri di candida comicità, di cui memorabile rimarrà il saluto finale di Jun-gyeong e Ra-hee sulle note del Tempo delle Mele, quella Reality di Richard Sanderson che proprio in quegli anni faceva sognare i giovani adolescenti di tutto il mondo.
Michela Aloisi