Nel 2022 si torna, con grandi ospiti, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine
Ci siamo quasi. Oggi 22 aprile del 2022 (con il numero 2 a scandire ritmicamente il momento) ben tre proiezioni segneranno la ripartenza a Udine del Far East Film Festival, giunto alla ventiquattresima edizione. E se l’edizione precedente, la N° 23, pur dislocata in una inconsueta cornice estiva, aveva significato per l’amatissima kermesse friulana il ritorno in presenza, quest’anno di graditi ritorni ce ne saranno diversi altri. A cominciare senz’altro dal rientro più atteso da tutti i seguaci di lunga data del festival, quello al Teatro Nuovo Giovanni da Udine: non soltanto la location più idonea, ma anche e soprattutto un luogo dell’anima, che ha visto il passaggio di tanti personaggi e di tante opere cinematografiche in grado di rappresentare al meglio il cinema realizzato oggi in Estremo Oriente.
Si comincerò peraltro in grande stile, con un film che fa idealmente da ponte tra ovest ed Est. Durante la serata inaugurale prevista infatti l’anteprima mondiale di The Italian Recipe (La ricetta italiana), diretto dalla cineasta cinese Hou Zuxin e girato a Roma: un’irresistibile commedia romantica che, subito dopo il FEFF, uscirà in patria in migliaia di copie facendo sì che il pubblico asiatico possa confrontarsi con tantissima Italia: a livello di location (dai Fori Imperiali alla scalinata di Trinità dei Monti, dalla Fontana di Trevi al lungo Tevere), come crew impegnata sul set e, aspetto non così scontato, sul fronte co-produttivo.
Da segnalare inoltre che nel corso della stessa giornata verrà proiettato sul grande schermo pure On the Job 2: The Missing 8, ennesimo lungometraggio del prolifico Erik Matti (presente non a caso in concorso con un’altra opera), vero e proprio monumento del cinema commerciale filippino. Come a dire che tra parabole maggiormente autoriali e altre decisamente più commerciali, il festival friulano ci ha fatto conoscere in questi anni svariate frontiere del cinema prodotto in Estremo Oriente, spaziando liberamente tra Corea, Giappone, Cina continentale, Filippine, Hong Kong, Taiwan, Malesia, Singapore. Indonesia, Vietnam, Thailandia e sporadicamente altri paesi.
Tuttavia non vogliamo negare il fatto che, oltre alla varietà della programmazione e alla qualità dei lunghi di finzione, oltre a una pattuglia di documentari di anno in anno più interessanti (e uno di questi, Citizen K del francese Yves Montmayeur, ci permette già di accostarci al punto successivo), può essere il carisma di certi ospiti a fare la differenza. Quest’anno più che mai: tra pochi giorni, il 29 aprile, un personaggio unico nella Storia del Cinema (giapponese e non solo) come Takeshi “Beat” Kitano salirà sul palco del Teatro Nuovo Giovanni da Udine per ricevere il Gelso d’Oro alla sua straordinaria carriera. Sarà davvero una grande emozione. Per lui, naturalmente, ma soprattutto per noi in platea.
Stefano Coccia
Riepilogo recensioni dalla 24° edizione del Far East Film Festival
Competion
The Italian Recipe di Hou Zuxin
Love Nonetheless di Jojo Hideo
I Am What I Am di Sun Haipeng
The First Girl I Loved di Candy Ng e Yeung Chiu-hoi
Cracked di Surapong Ploensang
Rabid di Erik Matti
Perhaps Love di Cho Eun-ji
Reroute di Lawrence Fajardo
Legendary in Action! di Justing Cheung e Li Ho
One for the Road di Baz Poonpiriya
Table for Six di Sunny Chan
Miracle: Letters to the President di Lee Jang-hoon
Return to Dust di Li Ruijun
What to Do with the Dead Kaiju? di Miki Satoshi
Kingmaker di Byun Sung-hyun
One Day, You Will Reach the Sea di Nakagawa Ryutaro
Too Cool to Kill di Xing Wenxiong
The Assistant di Adrian Teh
Hostage: Missing Celebrity di Pil Gam-sung
Popran di Ueda Shinichiro
Out of Competion
Yuni di Kamila Andini
Satoshi Kon: The Illusionist di Pascal-Alex Vincent
On the Job 2: The Missing 8 di Erik Matti
Battle Royale – Director’s Cut di Kinji Fukasaku
Slingshot di Brillante Mendoza
Citizen K di Yves Montmayeur
Finding Bliss: Fire and Ice – The Directors’Cut di Kim Chan e Dee Lam