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Metal Heart

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VOTO: 7

Black and White

Se, durante la dodicesima edizione dell’Irish Film Festa, un giovanissimo Hugh O’Conor ha avuto modo di rapire e conquistare lo spettatore grazie al suo primo, importante ruolo cinematografico (nell’ottimo Lamb di Colin Gregg) e, altresì, di incontrare il pubblico raccontando anche divertenti aneddoti circa il suo precoce esordio, ecco che, durante l’ultimo giorno dell’ormai storica manifestazione cinematografica, il noto attore irlandese ci ha presentato (oltre a un’interessante esposizione fotografica di alcuni suoi lavori), la sua opera prima da regista, ossia il frizzante Metal Heart, brillante commedia tutta al femminile di stampo statunitense e con non pochi interessanti spunti al proprio interno.

Emma e Chantal sono gemelle eterozigote. Legatissime sin dall’infanzia, le due sono, in realtà, molto più diverse di quanto si possa immaginare. Con un look decisamente dark, appassionata di musica heavy metal e dall’umore più cupo la prima, sempre in ordine, bella, carismatica e precisina la seconda. Appartenenti, dunque, a due mondi apparentemente agli antipodi, questi due universi finiranno inevitabilmente per venire a contatto e influenzarsi l’un l’altro, nel momento in cui, in seguito a un incidente, Chantal sarà costretta a restare qualche giorno a riposo, mentre Emma dovrà prendere il suo posto in gelateria. Complice anche un tanto affascinante quanto misterioso vicino di casa, le due sorelle finiranno ben presto per vivere e condividere situazioni per loro del tutto nuove, riuscendo, pian piano, a capirsi l’un l’altra.
Con i volti delle giovani e talentuose Jordanne Jones (Emma) e Leah McNamara (Chantal), queste due giovani e bizzarre protagoniste hanno contribuito a fare del presente Metal Heart una commedia gradevole e brillante, all’interno della quale, seppure vi siano non poche ingenuità registiche o a livello di sceneggiatura (perfettamente comprensibile quando si tratta di un’opera prima), vi sono altresì non pochi spunti drammatici (come il personaggio della vicina di casa morente) e riflessioni circa l’importanza di essere sé stessi e di accettarsi per come si è.
Emma e Chantal, dunque, in seguito all’incidente di quest’ultima, hanno avuto modo di vivere ognuna la vita dell’altra, a dimostrazione del fatto che soltanto mettendosi nei panni di chi ci sta vicino, si può comprendere appieno la di lui persona. E se un lieto fine a tratti forzato e con non pochi deus ex machina potrebbe, in realtà, far storcere il naso a molti, proprio la natura dichiaratamente ottimista dell’intero lavoro fa sì che tutto (o quasi) venga immediatamente perdonato.
Ultima considerazione: i siparietti comici creati dal muscoloso ragazzo di Chantal e dall’amico dark di Emma (anch’essi due persone apparentemente diverse ma, in realtà, molto più simili di quanto si possa immaginare) stanno a rappresentare un vero e proprio valore aggiunto all’intero lavoro, per una serie di gustosi ed esilaranti momenti.

Marina Pavido

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