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Mad Heidi

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VOTO: 8

In Svizzera c’è molto di più che formaggio

Il grande regista cinematografico inglese Alfred Hitchcock, nella lunga intervista che il critico ed anche lui regista cinematografico Francois Truffaut pubblicherà sotto forma di libro con il titolo “Il cinema secondo Hitchcok”, parlava, tra le altre cose, del modo migliore di iniziare a scrivere un film. Secondo il cineasta inglese una delle prime domande da farsi in fase di scrittura è che cosa ci fosse tipicamente nel luogo nel quale si desidera ambientare il film per poterne così fare gli elementi cardine della struttura narrativa. Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein, autori di questo intrigante Mad Heidi, presentato in concorso all’interno della sezione Neon del Trieste Science+Fiction Festival 2022, devono avere letto e ben compreso il libro di Truffaut. Nel creare una divertente opera ambientata in una Svizzera distopica che si richiama programmaticamente ai temi ed alle atmosfere della blaxploitation i due registi sembrano essersi chiesti cosa ci fosse tipicamente nel paese elvetico. La risposta pare essere stata: le montagne, la cioccolata, il formaggio e Heidi. Il popolare personaggio nato dalla penna della scrittrice Johanna Spyri, insieme ai protagonisti del suo mondo letterario, diventa così la protagonista di una pellicola ambientata in un futuro distopico nel quale la Svizzera è soggetta alla crudele tirannia fascista del Presidente (Casper van Dien). La giovane montanara dovrà dunque abbandonare la sua vita tranquilla insieme a Peter (Kel Matsena) ed al nonno (David Schofield) per combattere per la libertà e la sua vita. I due registi, noti soprattutto per il film Halbschlaf, adottano gli stilemi tipici dell’exploitation anni Settanta con ironia e consapevolezza imboccando decisamente la strada del kitsch nella sua accezione più sottile ed intelligente di deviazione rispetto al gusto comune. La stessa presentazione nei titoli di testa, nella quale si introduce una fantomatica casa di produzione Swissploitation Films, fa capire di essere davanti ad un’opera che non pretende di essere presa sul serio neanche per un minuto. Divertito e divertente il film immagina una Svizzera quanto più possibile lontana non solo dall’immaginario comune ma anche dalla realtà. Nel calderone del citazionismo post-modernista nel quale il cinema contemporaneo di genere pesca, spesso con risultati discutibili, questo film risalta come un’opera frutto di pensiero razionale e ben realizzata. A tutto questo aggiunge un’ulteriore nota di merito per l’interpretazione della protagonista Alice Lucy, capace di portare sullo schermo un’affascinante mescolanza di dolcezza, innocenza e durezza che la rende perfetta per dare corpo a questa nuova incarnazione di Heidi. I puristi ed i nostalgici della serie animata disegnata da Hayao Miyazaki forse potrebbero storcere il naso davanti a questa Heidi battagliera e sanguinaria ma resta comunque un film in grado di regalare un gradevole e divertente intrattenimento e che merita di essere visto.

Luca Bovio

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