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Grand ArtExam

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VOTO: 6.5

Ma a cosa serve tutto questo?

Una domanda che in molti tra coloro che hanno seguito un corso di studi di carattere umanistico si sono posti una volta usciti dalle aule scolastiche ed entrati definitivamente nel mondo degli adulti, dove nessuno nemmeno si degna di dirti: “Benvenuto nella giungla agnellino”.
Chi scrive è tra coloro che hanno fatto questo percorso, e la fatidica domanda se la è posta molte volte. A quanto pare, però, non sono solo gli studenti ad interrogarsi, ma anche i professori. Tra questi c’è anche Songchiao Zhao, professore all’Accademia d’arte di Tianjin, Cina. Dalla sua posizione privilegiata ha potuto osservare a lungo i giovani studenti. Questa lunga osservazione ha infine portato alla creazione di questo Grand ArtExam, cortometraggio documentario prodotto dalla società di Hong Kong Create Asia Group.
L’opera si incentra proprio sul giorno dell’esame di ammissione alla prestigiosa istituzione, con migliaia di studenti e di loro parenti che si affollano davanti ai cancelli. Il tono è sempre molto critico nei confronti della Cina, vi si può probabilmente scorgere una forte eco delle recenti tensioni tra la Cina continentale e la piccola isola di Hong Kong. Il tono da inchiesta giornalistica di stampo statunitense non convince appieno, ma può avere un suo senso all’interno dell’economia e soprattutto del messaggio che gli autori vogliono dare. E tuttavia, la grande portata dell’idea si scontra con la minuscola brevità della pellicola, che dura solo tre minuti, e che impedisce il reale sviluppo di una riflessione lasciando lo spettatore con l’impressione che quest’ultima gli sia stata solo suggerita e nulla più. Forte è la sensazione di trovarsi di fronte ad un “istant-movie”, girato in fretta e furia con pochissimi mezzi ma con l’urgenza di raccontare qualcosa, in un impeto da cinema militante. Ciò che il professor Zhao pare volerci comunicare è la sua profonda convinzione di una forte sperequazione all’interno del sistema educativo cinese: quella tra offerta di personalità formate nel campo di arte cultura ed una effettiva richiesta del mercato. Una polemica universale, ma di cui l’istituto di Tianjin assurge al ruolo di sineddoche. Un discorso universale come universali sono le legittime aspirazioni di tanti giovani che desiderano trovare una propria realizzazione nell’arte e nella cultura. Il sistema educativo avrebbe il compito di educare ed indirizzare i giovani al suo interno, purtroppo spesso non è così e dunque finiscono per crearsi sacche di disoccupazione e sotto-occupazione di laureati umanistici che faticano a trovare un reale sbocco. Di chi è la colpa? A questo il corto non risponde, principalmente a causa della sua brevità, ed è un peccato.
Pur comprendendo l’afflato del regista, si resta con la sensazione di avere assistito alla messa in scena dell’idea iniziale di quello che potenzialmente potrebbe essere un grande documentario d’inchiesta. Documentario che però, per molti motivi, non vedremo mai.

Luca Bovio

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