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From Hilde, with Love

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VOTO: 7

Amore e guerra

Alla Berlinale, si sa, sovente numerosi sono i lungometraggi prodotti in patria che concorrono per l’ambito Orso d’Oro. E a volte può accadere che, date tali politiche, si trovino all’interno della selezione ufficiale prodotti non proprio adatti a concorrere per un premio di tale portata. Ad ogni modo, in genere pubblico e stampa sono sempre piuttosto critici verso opere nazionali, forse perché (erroneamente?) spesso si pensa che possa trattarsi dei “soliti raccomandati”. Proprio per questi motivi, dunque, numerose sono le responsabilità di tali registi nei confronti del loro pubblico. E non stupisce, dunque, il fatto che il lungometraggio From Hilde, with Love, ultima fatica del regista Andreas Dresen, presentato in concorso alla 74° edizione del Festival di Berlino, sia stato atteso inizialmente con un certo scetticismo di fondo. Sarà valsa la pena di essere così prevenuti? Presto detto.

From Hilde, with Love racconta per immagini una storia realmente accaduta. La storia di Hilde e Hans Coppi (impersonati da Liv Lisa Fries e Johannes Hegemann), i quali, facenti parte dell’Orchestra Rossa – noto gruppo di Resistenza che, durante la Seconda Guerra Mondiale, inviava di nascosto messaggi all’Unione Sovietica ai danni della Germania nazista – vennero arrestati nel 1942. La loro storia, dunque, è diventata un film grazie anche – e soprattutto – alle testimonianze del loro figlio Hans Coppi Jr., nato proprio durante quei giorni di prigionia.
La storia di Hilde e Hans, dunque, è anche la storia di molte altre persone che, come loro, hanno cercato il bene della propria nazione, mettendosi contro tutto e tutti. Al di là dell’indubbia importanza storica di quanto accaduto, al di là del forte impatto che avvenimenti del genere hanno su tutti noi, che fare, dunque, per far sì che le loro vicende possano trovare un giusto compimento anche sugli esigenti schermi berlinesi? Al fine di conferire alla sua opera una propria, marcata personalità, Andreas Dresen ha fatto in modo che il suo From Hilde, with Love si sviluppasse su due distinti livelli temporali che si alternano in continuazione tra loro: a partire da un unico avvenimento, ossia quando la protagonista, incinta, viene arrestata, ecco che un livello ci racconta in ordine cronologico cosa accade da quel momento in avanti, mentre il secondo livello procede a ritroso nel tempo, ripercorrendo le più importanti tappe non soltanto dell’operato dei due giovani, ma anche della loro storia d’amore.
Una scelta, la presente, che può comunque dirsi originale, benché non incida molto sulla riuscita finale del film ma finisca per rivelarsi soltanto un tentativo un po’ ingenuo di creare a tutti i costi qualcosa di nuovo. Eppure, nonostante ciò, From Hilde, with Love funziona. E lo fa nella sua semplicità, senza bisogno di eccessivi fronzoli, ma puntando tutto non soltanto sulla potenza della storia in sé, ma anche su uno script tutto sommato pulito, su una messa in scena composta e priva di inutili virtuosismi e sulla bravura dell’intero cast, in cui spicca l’ottima Liv Lisa Fries, che – diciamolo pure – potrebbe anche meritare un importante riconoscimento per questa sua performance. Sarà stata piacevolmente colpita, dunque, anche la severa giuria berlinese da questo lavoro di Dresen? Per saperlo con esattezza, non ci resta che attendere ancora qualche giorno.

Marina Pavido

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