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Finalmente l’alba

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VOTO: 9

L’età dell’innocenza

Era da tempo che Saverio Costanzo non dirigeva un’opera cinematografica. Era il 2014 quando presentò a Venezia, Hungry Hearts, che vinse due Coppe Volpi per la miglior interpretazione, andate rispettivamente ai due protagonisti della pellicola, Alba Rohrwacher e Adam Driver. Lo abbiamo visto come regista di serie televisive di successo, In Treatment e L’amica geniale. Questa volta ritorna al cinema con Finalmente l’alba, liberamente ispirato al caso di Wilma Montesi, uno dei delitti di cronaca nera rimasti irrisoluti. Partendo proprio dal ritrovamento del corpo della Montesi su una spiaggia del litorale laziale, avvenuta nel 1953, seguiamo le vicende di Mimosa, una ragazza di estrazione popolare, con il sogno della recitazione, è prossima a convolare a nozze con un ragazzo che non ama. Quest’ultima, presentatasi insieme alla madre e alla sorella a un’audizione a Cinecittà, viene presa come comparsa per un’importante produzione hollywoodiana, che gira proprio negli stabilimenti cinematografici un kolossal americano, la cui protagonista è Josephine Esperanto (Lily James). Quest’ultima condurrà la ragazza a una festa in una villa con importanti personaggi dell’arte e del cinema. Un’esperienza che segnerà in maniera indelebile il percorso esistenziale di Mimosa, che si troverà a far parte definitivamente del mondo degli adulti.
Un film nel film quest’ultima opera diretta da Saverio Costanzo con una forte impronta felliniana, dove il cinema è protagonista assoluto. Infatti, non è un caso, che Finalmente l’alba inizi con le immagini in bianco e nero di un lungometraggio, Sacrificio, un chiaro omaggio a Roma città aperta di Rossellini, con protagonista Alida Valli interpretata da Alba Rohrwacher, una delle dive cinematografiche più note dell’epoca, alla stregua di Sophia Loren e Gina Lollobrigida. Costanzo che dedica l’opera a suo padre Maurizio, scomparso un anno fa, ha dimostrato fin dal suo folgorante esordio con Private (2004) di essere un regista che sa padroneggiare con immensa bravura la macchina da presa, non è da meno quest’ultima opera, dove grazie a un cast di bravissimi attori internazionali, tra i quali spiccano i nomi di Willem Defoe, Lily James, Rachel Sennott e Joe Keery. Si percepisce la medesima atmosfera sospesa e soprattutto la totale alienazione del protagonista rispetto al coro di personaggi che lo circondano. Sia Toby che Mimosa non riescono a comprendere facilmente la lingua utilizzata dagli squallidi figuri che attraversano la scena, ma allo stesso tempo la ragazza osserva dall’esterno la caducità di quell’universo così diverso dal suo e prova così a decifrarlo. La vanità dell’attore che porta con sé continue crisi e insicurezze. L’innocenza e il candore di Mimosa si contrappongono allo squallore morale di quell’ambiente, diventando così a sua volta l’oggetto più desiderato della serata.
È un’opera che descrive il passaggio dall’età adolescenziale, o presunta tale, a quella adulta, perché alla fine di quest’esperienza, Mimosa sarà una persona nuova, in grado di reggere il peso di certe scelte, o magari, sarà in grado di farle, senza nascondersi in vistosi silenzi. Ma soprattutto, Finalmente l’alba è un omaggio alla Settima Arte, oltre a descrivere con cruda realtà vizi, difetti e pregi che si celano dietro le quinte del mondo del cinema.

Giovanna Asia Savino

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