Fuga dal mondo delle favole
Peter Pan non lotta più
Ha venduto il suo pugnale
Capitan Uncino manda Wendy
A battere sul viale
L’isola incantata
È già stata lottizzata
E Alice nelle bottiglie
Cerca le sue meraviglie
I Nomadi, “Il paese delle favole”
Al termine della primissima edizione di VITERBOshorts il cortometraggio realizzato in tandem da Lorenzo Giovenga (presente in sala) e Giuliano Giacomelli, Fiabexit, è risultato vincitore della sezione “CORTI LETTERARI”, il che è realmente motivo di vanto essendosi palesata tale sezione, almeno ai nostri occhi, come una della più valide in assoluto: gli altri finalisti erano infatti l’ottimo cortometraggio d’animazione col quale Paolo Gaudio ha voluto rendere omaggio a Lovecraft, Dagon, ed il pirandelliano La patente di Michelle Montalto, non privo a sua volta di intriganti spunti creativi.
Tornando a Fiabexit, interessante è stato pure apprendere come il lavoro in questione sia nato da un’idea di Ermete Labbadia, storico Direttore Artistico del Festival Internazionale Inventa un Film di Lenola. Vincitori con una precedente opera della nota kermesse cinematografica laziale, i registi Lorenzo Giovenga e Giuliano Giacomelli sono stati premiati con la possibilità di realizzare un altro corto, scritto e prodotto dallo stesso Labbadia. Così, dall’incontro di queste differenti (ma compatibilissime) sensibilità artistiche è nato un breve racconto cinematografico, in cui gli archetipi letterari relativi alla fiaba vengono riletti e messi in scena con indubbia personalità.
Alcune delle favole più note costituiscono qui la traccia da seguire: nella fattispecie Cenerentola, Pinocchio e Alice nel Paese delle Meraviglie. Gli autori hanno girato il corto proprio a Lenola, la cui natura di borgo offriva peraltro una cornice estremamente adatta allo scopo. E si sono divertiti a calare i personaggi più rappresentativi di suddette storie nella realtà odierna, lasciando trasudare gli elementi fiabeschi in contesti di volta in volta più ruvidi, modesti, finanche spiazzanti. Intelligente l’operazione, indovinata la resa filmica. Più in particolare uno come Giuliano Giacomelli, si possono citare a testimonianza il cortometraggio Intolerance (2020) e addirittura un “mockumentary”, Profondo (2019), sa rimaneggiare l’immaginario fantastico da angolazioni sempre molto personali. Cromatismi acidi, inquadrature sghembe, costumi stravaganti e montaggio rapsodico sono funzionali qui a una riscrittura del reale attraverso la fiaba che s’avvicina progressivamente al perturbante, al grottesco, lambendo poi in modo disinvolto ma quasi pudico lo spazio non così agevole del disagio psichico. Ad accompagnare bene tale parto creativo gli interpreti, tra cui ci piace citare quel Marco Marchese che qui è un profondamente umano Geppetto, ma del quale ci piace ricordare splendide parti da protagonista nel cinema dello stesso Giacomelli come pure in quello di Lorenzo Bianchini, alfiere friulano del thriller e dell’horror indipendente.
Stefano Coccia