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Suck

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VOTO: 7

La forza oscura dell’acqua

In concorso al Monsters – Fantastic Film Festival nella sezione cortometraggi, il giapponese Suck di Takuya Miyahara riprende gli stilemi horror del mostro nel lago, tramutandolo in una forza oscura che penetra dentro, impossessandosi del suo ospite, trasformandolo in un qualcosa altro da sé.

Il plot è lineare: un gruppo di amici si riunisce in riva al lago per una festa. La giovane e taciturna Mao è unica testimone di Kenta che – intento a far volare un drone sulla distesa d’acqua – improvvisamente scompare nel lago per riemergerne esausto e impercettibilmente cambiato. Più tardi, mentre la festa dei ragazzi continua nel cottage e Kenta sembra riposare, una inesauribile sete di acqua contagia il gruppo, sotto gli occhi inquietanti di Mao…

Diverse sembrano essere le chiavi di lettura di Suck; dalla sottile vendetta della solitaria e silenziosa Mao, esclusa e tenuta in disparte perché ritenuta “diversa” alla sete d’acqua che prende il posto dell’attitudine dei giovani a bere alcool solo per ubriacarsi in una sorta di metaforico contraltare, alla potenza della natura che sovrasta l’essere umano, piccola formica se confrontata con la grandezza del cosmo, fino ad inglobarlo in un tutt’uno omnicomprensivo. La regia è classica ed elegante, con uno sguardo attento su quello così angosciante di Mao ed un crescendo del pathos rapido ma non scontato; la sceneggiatura, dello stesso regista, è molto ben scritta, deviando dall’ovvio e compiendo scelte non usuali, in un perfetto equilibrio tra horror fantascientifico e psicologico, sostenuta dalla bella fotografia di Tomoya Iwade, dal preciso montaggio di Takuya Miyahara e dai bravi interpreti.

Michela Aloisi

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