Home AltroCinema Documentari Every Other Couple

Every Other Couple

101
0
VOTO: 5

Divorzio alla finlandese

Presentato alla 8a edizione del Nordic Film Fest alla Casa del Cinema dalla regista Mia Helme, Every Other Couple è un documentario con delle buone idee e delle ottime intenzioni, ma che resta in superficie; sfiorando argomenti profondi senza analizzarli a fondo.

Il film entra letteralmente in casa di tre coppie divorziate, per descriverne le dinamiche che han portato alla conclusione del loro matrimonio e valutarne le conseguenze soprattutto sulla parte debole, i figli. L’intenzione primaria della regista, figlia anch’essa di genitori divorziati, era proprio di far vedere il punto di vista dei bambini, come vivono la separazione dei propri genitori; ma lo fa senza pathos, soffermandosi più sui problemi pratici che sui sentimenti. Vien da chiedersi se il ‘divorzio alla finlandese’ sia più semplice e meno drammatico del nostro ‘divorzio all’italiana’, vuoi per la diversa teatralità dei protagonisti, vuoi per il diverso rapporto con la religione. La secolarizzazione dei paesi nordici ha sicuramente favorito il divorzio, statisticamente il punto d’arrivo di metà dei matrimoni celebrati; ma il punto di vista sociale, che la regista, per scelta cosciente, non sfiora neppure, non è determinante nella decisione come può esserlo in un Paese dove la religione ha un’influenza maggiore e il divorzio non viene supportato dalla società. Eppure traspare anche qui, nelle parole dei protagonisti, un’amarezza data da sentimenti feriti, dal fallimento di un amore, tipica di ogni coppia umana, senza confini. Traspare, ma non colpisce.

Il palcoscenico del film della Helme è la casa; il fulcro, i sentimenti di partner e figli, le emozioni prima e dopo il divorzio. Girato entrando con la videocamera nella vita delle famiglie prescelte, la sfida vinta è stata quella di non far perdere loro spontaneità; la scientificità del risultato lascia però soddisfatto a metà lo spettatore. La motivazione potrebbe trovarsi nella stessa scelta dei criteri adottati dalla regista per la scelta delle famiglie: il primo, che avessero bambini; il secondo, che il divorzio non fosse troppo recente. E proprio quest’ultimo criterio, ha permesso una ricostruzione quasi asettica di un fenomeno sociale altamente diffuso in Finlandia e nei paesi nordici.

Se l’intento dichiarato dalla regista era di mostrare che il divorzio non è la fine, lasciando viva la speranza di un nuovo amore, in Every Other Couple questo sentimento traspare ma non arriva al cuore dello spettatore, lasciandolo con un senso di incompiutezza finale.

Michela Aloisi

Articolo precedenteQueen of Hearts
Articolo successivoLost, Found

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

otto + due =