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Cattivi & Cattivi

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VOTO: 7

Roma e i suoi mille volti

Uno dei principali problemi di chi – dopo tanta, tanta fatica – è riuscito a farsi produrre la propria opera da importanti major (in Italia, nello specifico, quasi sempre da Rai Cinema) è il fatto di non poter più avere l’ultima parola su ciò su cui si ha a lungo lavorato. Spesso e volentieri capita addirittura che le sceneggiature stesse vengano cambiate, al fine di rendere un prodotto il più possibile vicino agli “standard”. Ma giovano davvero, tali operazioni, alla Settima Arte? Ciò a cui immediatamente viene da pensare, è solo il grande desiderio – senza paura ad usare mezzi termini – di far soldi. Anche a scapito di un cinema vero e, soprattutto, sentito. Ben venga, dunque, quando nasce una nuova opera, scevra da ogni qualsivoglia dictat produttivo, ma totalmente indipendente e frutto di una pura passione per il Cinema. La cosa, fortunatamente, non è rara, ma, al contrario, vi sono numerosi autori che – vuoi per necessità, vuoi, talvolta, anche solo per scelta – militano – e continuano a militare – nei circuiti underground, regalandoci, di quando in quando, anche qualche vera e propria chicca. Uno dei nomi maggiormente apprezzati, che da anni opera nel settore indipendente, è, ad esempio, Stefano Calvagna, prolifico autore che con la sua ultima fatica, Cattivi & Cattivi, ci mostra una Roma cruda e violenta, che tanto sta a ricordarci quella messa in scena nei mitici poliziotteschi anni Settanta e Ottanta.

La storia qui messa in scena è quella di un commissario di polizia perennemente dedito al lavoro e senza mai tempo per la propria famiglia, al punto da essere cacciato di casa proprio la Vigilia di Natale. L’uomo, insieme a un giovane collega e amico, considerato quasi il suo allievo, è, allo stesso tempo, impegnato a fronteggiare due pericolose gang di malviventi in lotta tra loro. Ma chi sono, in realtà, i buoni e chi i cattivi? Alla fine della fiera, nessuno ne uscirà realmente pulito.
Realizzato in pochissimo tempo e con un budget estremamente basso, Cattivi & Cattivi risulta, tuttavia, un prodotto decisamente curato fin nel minimo dettaglio, che non sembra temere i sopracitati limiti produttivi, ma che, al contrario, riesce sapientemente a mettere in scena una Roma underground angosciante, ma, allo stesso tempo, anche affascinante e misteriosa, in cui colori cupi e scene prevalentemente in notturna risultano particolarmente azzeccati alle vicende messe in scena. Al via, dunque, momenti estremamente violenti e non sempre facili da digerire (prima fra tutti, la scena in cui due giovani tossicodipendenti vengono legati e bruciati vivi), in cui nulla ci viene risparmiato e in cui la precedenza va sempre data al vero, alla più cruda e spietata realtà. Di fianco, però, a una regia e a una fotografia mature e consapevoli, una menzione speciale va fatta allo stesso script (realizzato da Emanuele Cerquiglini, in arte Cerman): con una struttura ellittica, vediamo scene fortemente drammatiche, che ben si amalgamano a situazioni più “leggere” e, a tratti, addirittura esilaranti (vedi, ad esempio, gli spazi dedicati al bizzarro personaggio di Caronte, impersonato dallo stesso Emanuele Cerman, o al momento in cui vediamo i componenti di una gang intonare, di punto in bianco, le note di “Nessuno” di Mina), atte a stemperare la tensione maturata durante lo svolgimento dei fatti.
Un piccolo prodotto sentito e riuscito, dunque, questo ultimo lavoro di Calvagna. Penalizzato, forse, da un’uscita in sala durante i torridi mesi estivi, Cattivi & Cattivi ha tutto il sapore dei gloriosi anni Settanta italiani e si è rivelato, di diritto, una vera e propria chicca tutta da scoprire. Segno che il settore underground nostrano è un ambito da tenere costantemente d’occhio e che, finora, ha saputo regalarci non poche sorprese.

Marina Pavido

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