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Caccia al ladro

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VOTO: 7

Il Gatto” perde il pelo ma non il vizio

Correva l’anno 1955 quando Sir Alfred Hitchcock metteva il suo inconfondibile marchio di fabbrica su To Catch a Thief, la trasposizione per il grande schermo dell’omonimo romanzo di David Dodge, i cui diritti erano stati acquistati dalla Paramount tre anni prima subito dopo la pubblicazione. Che si trattasse di materia prima di qualità la casa di produzione a stelle e strisce ci aveva messo pochissimo a capirlo e non a caso l’adattamento cinematografico fu messo in piedi in tempi record. Al contrario, di anni ce ne sono voluti sessantasette prima che qualcuno decidesse di sfruttare quelle stesse pagine per dare forma e sostanza a un prodotto seriale. Meglio tardi che mai e quel momento è arrivato, ma per vedere il risultato il pubblico nostrano dovrà attendere sino al 31 luglio, giorno scelto da Viacom International Media Networks Italia per la messa in onda alle 21:10 su Paramount Network (visibile sul 27 del digitale terrestre e sul canale 27 di Tivusat) del primo dei dieci episodi della serie Caccia al ladro.
Per ingannare l’attesa, noi di CineClandestino vi possiamo dare un piccolo ma succulento assaggio parlandovi della puntata pilota che abbiamo potuto vedere in anteprima mondiale nel corso della seconda edizione di Filming Italy Sardegna Festival, laddove è stata accompagnata dallo showrunner Javier Olivares. A lui il compito complicato e delicato di consegnare nelle mani dei registi chiamati in causa, tra cui Pablo Vazquez, le sceneggiature di una serie per il piccolo schermo che riprende lo spirito della matrice originale per poi rielaborarla in chiave pop con un linguaggio contemporaneo e dal ritmo incalzante, al limite del fumettistico (vedi l’uso del multi-screen). Olivares ci catapulta nella vita apparentemente tranquilla di Juan Robles, gallerista sudamericano, che dopo aver lasciato Buenos Aires, trova la felicità in Spagna con Lola, un ispettore di polizia con cui si sposa. I due sono pronti per la luna di miele quando arriva una tremenda notizia da Buenos Aires e la coppia è costretta a cancellare il viaggio. Román – il vecchio zio di Juan – è stato arrestato. Juan e sua madre decidono di partire subito per l’Argentina, mentendo però a Lola e dicendole che si tratta di un problema salute dello zio. Tra bugie, misteriose coincidenze e rivelazioni inaspettate, dietro tutto si nasconde un grande segreto.
L’azione quindi è spostata sull’asse Spagna-Argentina, con la serie che segue le vicende di un ex ladro di gioielli soprannominato “El gato”, il quale sarà chiamato a scoprire l’identità del misterioso truffatore che agisce a suo nome. Alle rapine e agli enigmi da risolvere, si aggiunge l’appassionata storia d’amore tra i due protagonisti – interpretati dall’attore argentino Pablo Echarri e dall’attrice spagnola Alexandra Jiménez – che instilla nel racconto una nota sentimentale che non guasta mai.
Ne viene fuori, a giudicare da quanto visto nell’episodio iniziale, un’efficace e calibrata struttura verticale e orizzontale che non dimentica la lezione di Hitchcock riguardo il centellinare della suspense e delle informazioni. E non dimentica nemmeno un altro must del cineasta britannico, ossia la costruzione del personaggio del finto colpevole o dell’innocente che non è tale. Il tutto condito con uno switch continuo tra i registri, che alterna la commedia al mistery più serioso. La spassosa macro-sequenza iniziale del matrimonio a Barcellona è il biglietto da visita perfetto per capire su che tipo di humour sopra le righe si è deciso di puntare. Uno humour che strada facendo, pur continuando a scorrere nelle vene della timeline, lascerà il posto alla componente thriller. Ma per sapere cosa quest’ultima riporterà a galla dovrete vedere le restanti nove puntate.

Francesco Del Grosso

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