La difficoltà del diventare grandi
Angel Face, il nuovo film di Vanessa Filho, è un dramma famigliare che non va oltre gli standard di film che abbiamo già potuto ammirare. Non è differente da un canone come “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa” per esempio, celebre romanzo di JT Leroy dal quale ne è stato fatto un film diretto da Asia Argento con Jimmy Bennett. Marlene (Marion Cotillard) è una donna che vive di eccessi – troppi eccessi – madre di una bambina undicenne, Elli (Ayline Etaix). La vita di Marlene è un bere alcool continuo unito a divertimento in locali notturni senza porsi alcun controllo. Sin dalla prima scena si capisce quanto siano gravi gli eccessi della donna. A risentirne, purtroppo, sarà la figlia Elli che, con il passare dei minuti, inizierà a disprezzare la vita senza limiti della madre pur non disprezzando lei direttamente. Marlene se ne renderà conto e proverà a rimediare ma, alla fine, fallirà clamorosamente e abbandonerà la bambina a se stessa pensando che possa badare a se stessa da sola. Elli verrà sempre più alienata anche dai suoi coetanei (che la insultano a causa dei continui comportamenti fuori dagli schemi della madre). La piccola troverà un barlume di speranza in Julio (Alban Lenoir), un ex campione di tuffi ormai caduto in disgrazia a causa di un gravissimo infortunio al cuore, figlio del suo vicino di casa. Elli prova a considerarlo come il padre che non ha mai conosciuto ma Julio proprio non sa come prendersi cura della bambina e, se pur affezionandosi a lei, la lascerà sola di nuovo. Il finale del film ricongiungerà madre e figlia – anche Julio farà la sua parte – pur lasciando lo spettatore con qualche domanda. Su tutte: Marlene avrà capito che il bene della figlia è più importante che avere una vita di eccessi?
Veniamo alla parte tecnica. Pur essendo un film che tratta di eccessi, non è che siano stati fatti lavori eccessivi per regia e sceneggiatura. Come già detto prima, non si differenzia molto dai film dello stesso genere; si potrebbe definire una versione francese di Fortunata di Sergio Castellitto con Jasmine Trinca, le due donne infatti si assomigliano molto. Lo scopo della regista è quello di far passare un messaggio biografico forte, che riguarda se stessa. A Cannes infatti, Vanessa Filho ha detto in un’intervista, che una delle sue paure più grandi era quella di essere abbandonata dai genitori o da chi più gli voleva bene. Stessa paura che mostra la piccola Elli nel film. Non è la migliore interpretazione di Marion Cotillard. All’inizio appare in effetti molto fastidiosa, poi, via via andando avanti, torna la Marion Cotillard che il pubblico adora alla follia. La piccola Ayline Etaix recita molto bene; una nuova piccola stella sta nascendo per il cinema francese. Cannes rimane un Festival dove anche i bambini fanno la loro parte. Non è un capolavoro, ma Angel Face riesce a trasmetterti delle emozioni. La scelta di dirigere un film di questo tipo da parte di Vanessa Filho, è dettata da un fatto di vita personale come già precedentemente anticipato. Il progetto, di per sé, rimane molto affascinante ma è molto difficile, se non impossibile per chi non va al cinema spesso, captare/recepire quel messaggio che la regista ha nascosto all’interno del film. La presenza di Marion Cotillard attira sicuramente una buona fetta di seguito per l’attrice premio Oscar nel 2008, ma difficile possa bastare affinché il film possa sfondare negli incassi. Si tratta però di un film che racconta quanto sia difficile il mestiere della madre; stavolta non descrivendo una madre cattiva e despota, ma una madre spaventata e incapace di fare crescere la propria bambina nel miglior modo possibile. La sceneggiatura è piuttosto lineare e non sono presenti colpi di scena epocali, ma giunge diretta al cuore dello spettatore che assiste impotente ad una storia nella quale potrebbe e vorrebbe essere d’aiuto ad una donna abbandonata a se stessa, completamente sola, e alla sua piccola figlia undicenne.
Stefano Berardo