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Alienoid

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VOTO: 8,5

Alieni e stregoneria in un action fantasy spettacolare

Già alla sua presentazione, alla 22ma edizione del Trieste Science+Fiction Festival, il sudcoreano Alienoid di Choi Dong-hoon ci aveva colpito particolarmente, lasciandoci con il fiato sospeso in attesa della seconda parte della saga. L’attesa ha avuto termine durante la 26ma edizione del Far East Film Festival, che ha visto in concorso (ed in proiezione maratona mattutina in un gremito Teatro Nuovo Giovanni da Udine) Alienoid e Alienoid: Return to the Future. Più di quattro ore di maratona interstellare, tra fantascienza e commedia, action e wuxia, effetti speciali spettacolari e momenti drammaticamente intensi, viaggiando a spasso nel tempo senza il Tardis del Doctor Who.

Il plot di base narra di alieni che rinchiudono i loro prigionieri (nello specifico, traditori ribelli) nel cervello degli esseri umani; umani sparsi nelle varie epoche terrestri, che continuano la propria vita, inconsapevoli di essere la prigione di questi alieni che si portano dentro fino alla morte. A guardia e supervisione del processo, la coppia Guard/Thunder, un robot ed un programma mutaforma (che adora assumere le stesse sembianze di Guard) con base nel XXI secolo. Durante la cattura di un prigioniero che si è risvegliato nella Corea del XIV secolo, trovano e salvano la figlia dell’umana che lo conteneva, rimasta uccisa nel processo, e la portano nel presente, crescendola come figlia di Guard. Quando la piccola, che hanno chiamato Ean, è alle elementari, arriva un nuovo carico di prigionieri; tra questi, il capo dei ribelli, che riesce a liberarsi e mette la Terra in pericolo. Guard, Thunder ed Ean vanno allora nel passato di nuovo nel XIV secolo) per imprigionarvi i ribelli e tornare indietro, ma non tutto va nel verso giusto. Parallelamente, nel XIV secolo, il mago cacciatore di taglie Murak, dal cui ventaglio spuntano fuori due gatti mutaforma, viene a sapere di una “lama divina” per cui è promessa una ricompensa altissima; parte così alla ricerca della lama, sulle cui tracce sono anche altri maghi taoisti. La trama ed il mistero si infittiscono, e la connessione tra tutti i personaggi verrà svelata solo in Alienoid: Return to the Future; ma in questa prima parte tutti i tasselli del puzzle vengono messi in campo.

Choi Dong-hoon riesce a tirare le fila di una storia complessa ed articolata con grazia e maestria, mantenendo al contempo un ritmo veloce ed una descrizione vivida dei suoi personaggi; Alienoid, che in Italia verrà distribuito dalla Minerva Pictures, è un film unico nel suo genere, che mescola la sci-fi con il wuxia, alieni e guerrieri stregoni, tecnologia e combattimenti all’arma bianca, adorabili gattini e robot. La lunga durata (quasi due ore e mezza) è fisiologica alla complessità della storia ma non appesantisce né disturba la visione, che, al contrario, scorre piacevolmente grazie ad una regia che dà spazio ad una narrazione scorrevole e dialoghi divertenti. Il finale sospeso lascia lo spettatore in trepida attesa del sequel (che fortunatamente, a Udine, è stato proiettato in successione).

Michela Aloisi

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