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Wet Season

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VOTO: 7.5

Mentre fuori piove

Coincidenza ha voluto che le condizioni meteorologiche che scandiscono i giorni del racconto di Wet Season si allineassero alla perfezione con quelle che hanno accompagnato la nove giorni piovosa della 37esima edizione del Torino Film Festival, laddove la pellicola è stata presentata in concorso dopo l’anteprima mondiale in quel di Toronto. L’opera seconda di Anthony Chen ci porta a Singapore durante la stagione dei monsoni e sulla città diluvia senza sosta. Il film segue le traversie di Ling, insegnante di lingua cinese, il cui matrimonio e la vita scolastica si stanno logorando a causa della difficoltà ad avere un bambino. Ma una strana amicizia con uno studente la aiuterà a riaffermare la sua identità di donna. Cosa accade se questo rapporto finisce con l’oltrepassa i limiti?
La risposta la lasciamo alla visione di un film assolutamente personale, le cui origini affondano le radici nel vissuto del regista e di sua moglie. Da quest’ultima, dai loro trascorsi e dalla lotta faticosissima per creare una famiglia, l’autore ha attinto a piene mani per dare forma e sostanza alla storia e ai personaggi che la animano, a cominciare dalla protagonista. Elementi autobiografici e reali, questi, che hanno dipinto sullo schermo un delicato ritratto di una donna insoddisfatta del matrimonio e del lavoro, coinvolta in un cruciale percorso di ridefinizione e riscoperta di se stessa. Una donna che non è vittima del destino avverso, ma spinta da una resilienza silenziosa che le consente di affrontare la vita con grazia e dignità.
Wet Season è un dramma esistenziale scritto in punta di penna e con una grande attenzione per la costruzione della one-line del personaggio principale e del mondo che la circonda, dove gravitano figure che ne mettono alla prova costantemente le emozioni e i sentimenti. Veicolo di tutto questo la performance intensa e partecipe di Yeo Yann Yann, straordinaria e sicura nel caricarsi sulle spalle il peso di un personaggio non facile da gestire, sempre sulla soglia del baratro, anche quando il tabù viene infranto e gli effetti implodono sulla timeline. L’attrice malese è il valore aggiunto di un film che tratteggia le linee di un percorso interiore fatto di lacrime, rabbia e delusioni represse che sono parte integrante di un rituale privato destinato a invertire la propria rotta.

Francesco Del Grosso

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