Il vuoto della perdita
Nella sezione sperimentale Vortex del Monsters – Fantastic Film Festival di Taranto, il cortometraggio giapponese Void di Yusuke Iwasaki tratta – con una narrazione alquanto atipica – il tema della morte: la liceale Asagi perde l’amica Satake in un incidente inaspettato, e mentre i compagni continuano la vita scolastica come al solito lei inizia ad avvertire qualcosa di strano ed inquietante intorno a sé.
La giovane Maru Nochi interpreta in modo convincente Asagi, una studentessa come tante altre in Giappone, con la sua divisa scolastica, le futili chiacchierate con le amiche, i pomeriggi al karaoke; ma, a differenza delle compagne, è toccata profondamente dalla tragedia capitata a Satake e fatica a tornare alla normalità.
Il contrasto netto tra la routine scolastica delle ragazze e le strane visioni – reali o fantastiche che siano – di Asagi è straniante: le immagini scelte dal regista sono curiose, bizzarre, a loro modo dirompenti, come uno strappo nel normale tessuto connettivo della realtà. Un attimo, e scompaiono, come fantasmi, come ombre di chi forse un giorno era qui e poi non più; un fil rouge che lega la ragazza ad un mondo invisibile, che gli altri non possono scorgere.
Scrive il regista: “La “morte”. Un concetto enigmatico, predeterminato come esito finale della vita, eppure trattato con riverenza e mistero. Se la paura della morte deriva dalla perdita, coloro che non sono gravati da attaccamenti e possesso possono percepirla come un semplice evento nel flusso della vita, che consente un’esistenza più spensierata. Tuttavia, possiamo davvero dire che questi individui sono vivi? Possiamo ancora definirli umani?” (Yusuke Iwasaki)
E così Asagi vede le sue compagne – che continuano la propria vita e le loro attività senza apparente disagio – come se fossero morte, di fronte alla sua sensibilità accentuata che fatica a relazionarsi con la morte stessa e sente la mancanza come un vuoto interiore incolmabile. In meno di mezz’ora, Yusuke Iwasaki costruisce una struttura psicologica solida intorno ad un concetto fondamentale ed impalpabile, incentrata su immagini statiche e sul dialogo, dando forma ad un pensiero quasi filosofico in modo assolutamente non convenzionale. Originalità, profondità, eccentricità, mistero sono i punti cardine di un cortometraggio che colpisce nel profondo lasciando aperte domande e riflessioni.
Michela Aloisi