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Una questione privata

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VOTO: 6.5

Le conseguenze della Storia

La nebbia e due giovani uomini avvolti in essa. Questa è la prima immagine – e una di quelle che più resta impressa – dell’ultima opera dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani. Girato nel cuneese, nell’Alta Valle Maira (in particolare al Colle Maurin sulla Borgata Chiappera nel comune di Acceglio) e a Saluzzo, in Una questione privata le location sono fondamentali per far immergere lo spettatore non solo meramente nei luoghi, ma proprio nell’atmosfera che questa storia richiede, trattandosi di storia di partigiani – dietro cui ci sono degli uomini. La fitta nebbia tornerà più avanti spingendo su uno degli elementi cardine del lungometraggio, il lirismo – strettamente connesso al modo di fare Cinema dei Taviani. Il duo registico sin dagli esordi è riuscito a dar vita a coinvolgenti pellicole in cui spiccava la componente visiva, anche in questo caso molto studiata (fotografia di Simone Zampagni).
«Somewhere over the rainbow/ Way up high/ And the dreams that you dreamed of/ Once in a lullaby/ Somewhere over the rainbow/ Blue birds fly/ And the dreams that you dreamed of/ Dreams really do come true ooh ooooh». Ve li ricordate questi versi? È l’incipit di “Over the Rainbow”, il disco più amato dai ragazzi Milton (Luca Marinelli), Giorgio (Lorenzo Richelmy) e Fulvia (Valentina Bellè), che lo ripropongono a loop nell’estate del ’43, quando ancora la guerra non aveva creato macerie esterne e interiori. Il pubblico inizia a seguire le vicende del giovane partigiano Milton (e forse non è un caso che si chiami così, proprio come l’autore de “Paradiso perduto”), il quale, «innamorato della bella Fulvia, ne perde le tracce durante la guerra di resistenza nelle Langhe. Sullo sfondo della battaglia partigiana, il protagonista intraprende un eroico viaggio alla ricerca dell’amore perduto e della verità che ruota attorno ad esso. Grazie alla complicità della custode della villa (la sempre espressiva Anna Ferruzzo) dove i due innamorati passavano le loro serate, Milton scopre il terribile segreto che traccerà la sua strada: contorta e pericolosa, disseminata di nemici e insormontabili sfide» (dalla sinossi). Si resta impressionati di come l’amore e la verità nell’amicizia diventino un motore anche di resistenza in tempi impervii. «Oggi, nel nostro tempo ambiguo, tempo di guerra non guerreggiata, Fenoglio ci ha suggestionato con il suo “Una questione privata”: l’impazzimento d’amore, e di gelosia, di Milton, il protagonista, che sa solo a metà e vuole sapere tutto», hanno dichiarato i fratelli Taviani. Non è mai semplice farsi ispirare dalla letteratura, che ancor più in questo caso si intreccia con vita vera, la Storia. Nel lungometraggio ci sono, purtroppo, dei momenti in cui il ritmo narrativo cala, forse volutamente quasi a voler rendere lo spaesamento del giovane in una rincorsa verso la “salvezza” e in linea con lo sfalsamento dei piani temporali. Degno di nota è l’ottimo lavoro compiuto con la colonna sonora realizzata da Giuliano Taviani e Carmelo Travia.
Tornando al tanto amato brano, Una questione privata ci suggerisce, in mood poetico, alcune emozioni (struggente l’incontro di questo giovane uomo con i suoi genitori) e che forse anche durante questo viaggio possono “scomparire” in un sogno di visione di shakespeariana memoria. Chissà potrebbe essere ciò che spera Milton rispetto a tutta la brutalità vista e vissuta, messa in quadro dai Taviani con sobrietà.
Il film è l’unico italiano in Selezione Ufficiale alla dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma e dal 1° novembre è nelle nostre sale.

Maria Lucia Tangorra

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