Una questione scottante
Quando fai registrare cifre elevate in termini di spettatori e porti a casa riconoscimenti importanti come il Prix Europa, fare meglio o quantomeno provare a pareggiare i conti non è compito facile. Questo perché quando raggiungi determinati risultati le aspettative nei confronti di ciò che verrà cresceranno in maniera esponenziale, diventando di conseguenza altissime. Ne sa qualcosa Baltasar Kormákur che, con la serie tv da lui scritta, diretta e prodotta dal titolo Trapped, ha frantumato qualsiasi record tra le mura amiche e non solo. Considerato che la prima stagione è stata vista da decine di milioni di persone in tutto il mondo, cosa mai avvenuta con questi numeri per una serie islandese, rilanciare non deve essere stato facile. Ma per capire se i dati dell’audience gli daranno nuovamente ragione bisognerà attendere la messa in onda della seconda stagione, prevista in madrepatria a partire dal 26 dicembre e la cui diffusione in Italia sulla piattaforma streaming TIMvision è stata annunciata per il 2019.
Come accade sempre più spesso negli ultimi anni però ad ingannare l’attesa ci pensano le kermesse cinematografiche con l’assaggio di un paio di puntate della serie di turno. Insomma, quanto basta per farti venire più o meno acquolina in bocca. E a giudicare dai primi due episodi di Trapped 2, mostrati in anteprima assoluta nel corso della 18esima edizione del Noir in Festival, il cineasta islandese ha alzato e non di poco l’asticella. La prima stagione racconta la storia di Andri (interpretato da Ólafur Darri Ólafsson), un detective che deve risolvere il caso di un brutale omicidio avvenuto nella piccola e fredda cittadina di Siglufjörður, nell’Islanda orientale. Le indagini sono rese difficili da una terribile tempesta di neve che isola la città dal resto del paese, intrappolando tutti, compreso l’assassino che deve ancora essere scovato. Nella seconda stagione ritroviamo Andri, al quale viene affidato un caso ancora più complesso: un uomo si dà fuoco fuori dal Parlamento a Reykjavik, tentando di uccidere il ministro degli affari economici. Le indagini conducono l’uomo nelle valli e le montagne intorno ai fiordi. Quando un uomo impiegato nella locale centrale elettrica geotermica, che impiega un gran numero di lavoratori migranti, viene ucciso, diventa chiaro che il caso va ben oltre la piccola comunità locale.
Trapped 2 richiama in causa gran parte degli elementi della stagione inaugurale ai quali come vedremo il creatore della serie ne ha affiancati di nuovi, con il vantaggio del quale godono tutti i sequel, ossia quello di non dovere spendere del tempo a presentare i personaggi, così da potere concentrare sin da subito le forze sull’evento criminoso, sulla vittima, sulla scena del delitto e sui potenziali carnefici. Con la pilota, Kormákur scopre già molte delle carte che la seconda stagione spenderà strada facendo nell’arco dei dieci episodi che la vanno a comporre, ma siamo sicuri che i twist esplosivi e inaspettati non tarderanno a ribaltare qualsiasi tipo di previsione per quanto concerne lo scioglimento della matassa mistery. Quest’ultima è giocata sull’innalzamento del livello della tensione, quella sul quale i thriller nordici, nello specifico di provenienza scandinava, tanto sul versante letterario quanto su quello audiovisivo, hanno e stanno puntando moltissimo per conquistare fette importanti di mercato, ma soprattutto il cuore delle platee delle diverse latitudini.
L’autore non si è seduto sugli allori, cosciente che replicare fedelmente la formula della stagione precedente non sarebbe stato sufficiente a saziare gli appetiti di un pubblico in trepidante attesa. Di conseguenza, Kormákur ha modificato la tipologia di intreccio (qui le persone non sono intrappolate fisicamente ma psicologicamente) e introdotto dei temi di attualità cari agli islandesi, a cominciare dall’immigrazione per finire con la crisi economica e la difesa dell’ambiente (torna alla mente La donna elettrica di Benedikt Erlingsson). Il tutto per aumentare il peso specifico della componente drammaturgica e per fare di Trapped 2 una serie crime-thriller con una coscienza sociale, ambientata nella natura selvaggia e visivamente magnifica dell’Islanda. Uno scenario che la fotografia e la regia dal forte impatto restituiscono sullo schermo in tutta la sua inquietante bellezza. Perché anche l’occhio come le orecchie vogliono la loro parte, con Kormákur che mette in mostra le sue capacità di confezionamento (le molte esperienze oltreoceano sul libro paga di Hollywood, tra cui Everest, Cani sciolti o Contraband, ne hanno aumento la spettacolarità nella messa in scena) e il pluripremiato e compianto Jòhann Jòhannsson a regalarci un’ultima straordinaria e avvolgente colonna sonora.
Francesco Del Grosso