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Tomorrow and Thereafter

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VOTO: 6.5

Per amico un gufo saggio

Autrice che aveva esordito negli anni ’90 e che ha saputo poi costruirsi una solida carriera anche come attrice, interpretando film suoi e di altri, la francese Noémie Lvovsky si era messa in luce sin dall’inizio per uno sguardo fine, empatico, decisamente personale sulle problematiche tipiche dell’adolescenza. Dell’adolescenza, o ancor più della pre-adolescenza. Sì, perché è proprio a ridosso di questa età particolarmente difficile, laddove uno rischia di risultare quasi invisibile agli occhi del mondo adulto, che si è esercitato il suo acuto spirito di osservazione: vedi per esempio Les années lycée: Petites, una specie di Piccole donne crescono passato anche nel 1997 per il Torino Film Festival e da lei ambientato in quella cornice scolastica e famigliare transalpina, portata sullo schermo con freschezza notevole. Ecco, ad atmosfere del genere può essere ricondotto, almeno in parte, il suo Tomorrow and Thereafter (Demain et tous les autres jours), presentato da poco alla Festa del Cinema di Roma 2017. Solo parzialmente, però, perché la reazione della giovanissima protagonista ad alcune situazioni potenzialmente traumatiche beneficia qui di una curiosa rilettura, in chiave surreale e fantastica.

Un altrettanto eccentrico (ma anche paradigmatico, volendo, dei “tempi nuovi”) ribaltamento dei ruoli è alle basi della narrazione spigliata, vivace sin dalle battute iniziali: Mathilde, che ha nove anni, vive con la madre da quando i suoi si sono separati; ma la donna appare molto fragile psicologicamente, piena di squilibri, così qualche volta è la bambina a doversi occupare di lei. I problemi sia in casa che a scuola non mancano. Le viene però regalato un gufetto. E quell’uccello, neanche fossimo in un film della Disney, sarà l’unica vera occasione di un confronto sincero, poiché trattasi di gufo parlante del quale lei sola può comprendere il linguaggio! Un linguaggio, poi, che non può passare inosservato, visto che l’animale si rivela ben presto un pedagogo sui generis cui non fa difetto neanche il sarcasmo.
Insomma, a quelle che sono le prerogative classiche del suo cinema, la Lvovsky va sommando, già da un po’ di tempo, elementi naïf e fantastici, ben integrati però con il particolare ritratto di quella “età acerba” (volendo citare anche André Téchiné) così cara all’autrice. Il cast di cui fanno parte, oltre alla regista stessa, la piccola Luce Rodriguez e un Mathieu Amalric in grado come sempre di farsi apprezzare, accompagna bene le sottili tensioni emotive dell’opera. Per quanto la vera star, stando ai nostri gusti, rimanga comunque quel gufo saggio introdotto nella storia con sketch e inquadrature di una tale bizzarria, da lasciare un’impronta non trascurabile nella così vivace e rapsodica narrazione. Non convincono semmai certi repentini cambi di tono, allorché alla più burlesca conduzione del racconto, nella primissima parte, si sostituisce verso la fine una eccessiva introspezione psicologica, accompagnata peraltro da soluzioni drammaturgicamente più pesanti. Ma Tomorrow and Thereafter resta in ogni caso un prodotto cinematografico insolito, anomalo, che si lascia accarezzare dallo sguardo dello spettatore quasi con timidezza, stimolandone la curiosità.

Stefano Coccia

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