Piccole grandi bugie
Da ormai diversi anni a questa parte, capita sovente che in Italia vengano girati remake di lungometraggi realizzati pochi anni prima all’estero. Basti pensare, ad esempio, al fortunato Benvenuti al Sud (diretto da Luca Miniero nel 2010 e a sua volta remake del francese Giù al Nord, realizzato nel 2008 da Dany Boon). Facendo, però, un salto direttamente al 2015, non possiamo non ricordare la commedia Belli di papà, diretta da Guido Chiesa e prodotta dalla Colorado Film. Il lungometraggio, remake del messicano Nosotros los Nobles di Gary Alazraki, ha ottenuto complessivamente una buona accoglienza da parte del pubblico nostrano, facendo intendere alla stessa casa di produzione che, molto probabilmente, l’idea di voler dar nuovamente vita a prodotti già realizzati all’estero, al fine di conferire al tutto un respiro internazionale, non è del tutto sbagliata. Ed ecco che, dunque, appena tre anni più tardi, arriva nelle nostre sale Ti presento Sofia, remake dell’argentino Se permetti non parlarmi di bambini! di Ariel Winograd (2015), per la regia dello stesso Guido Chiesa – una delle colonne portanti della stessa Colorado Film – il quale ha curato anche la sceneggiatura insieme a Nicoletta Micheli e a Giovanni Bognetti.
Ciò che qui si è voluto metter in scena, è una storia universale che vuol andar oltre ogni immaginabile cliché e che ci racconta di due opposti che si attraggono. Stiamo parlando di Gabriele (Fabio De Luigi), divorziato con una figlioletta di dieci anni (Sofia, appunto), e Mara (Micaela Ramazzotti), fotografa single con la passione per i viaggi e per i cibi esotici. I due si conoscono sin dai tempi dell’università e, incontrandosi quasi per caso da adulti, si innamorano a prima vista l’uno dell’altra. Tutto sembra andare per il meglio, finché Gabriele non scopre che Mara ha una vera e propria avversione per i bambini e, tra l’altro, ancora ignora l’esistenza di Sofia.
Al via, dunque, una situazione al limite del paradossale, tra falsi siparietti ed equivoci a più non posso. E lo stesso Guido Chiesa, che ha da sempre saputo gestire con buona padronanza del mezzo cinematografico ogni qualsivoglia prodotto cinematografico (dal bellissimo – e personalissimo – Il partigiano Johnny, del 2000, ai più recenti lungometraggi realizzati con la stessa Colorado Film) ha saputo prendere in mano le redini della situazione, evitando pericolosi cali di ritmo e riuscendo a realizzare un lavoro pulito e gradevole, anche se non privo di qualche sbavatura. Se, di fatto, da un lato, poco convincono stacchi di montaggio che stanno a troncare le scene in modo eccessivamente repentino, dall’altro molto tenero è il rapporto tra padre e figlia qui messo in scena. E se la scrittura di determinati personaggi non sempre convince (vedi la figura eccessivamente forzata e poco credibile di Chicco, fratello di Gabriele, interpretato da Andrea Pisani), la bravura di una giovanissima attrice quale Caterina Sbaraglia (qui al suo debutto sul grande schermo) riesce a rapire lo spettatore fin dai primi minuti. E poi, non per ultima, la musica. La musica a fare da vero collante tra famiglie e generazioni, che – trattata alla stregua di un vero e proprio personaggio – è in grado di sanare fratture che, di primo acchito, possono sembrare irrecuperabili.
Una commedia tutto sommato pulita e delicata, questo ultimo lavoro di Chiesa. Senza la pretesa di voler a tutti i costi mettere in scena temi scottanti o manifesti riguardanti l’indipendenza femminile e il diritto a non voler avere figli (in casi del genere il rischio di scadere in determinati cliché è elevatissimo), Ti presento Sofia, in poco più di un’ora e mezza ha la capacità di strappare più di un sorriso e – perché no? – anche qualche lacrima persino allo spettatore più esigente. Cosa, questa, non da poco.
Marina Pavido