Una questione di educazione
Ed ecco arrivare nelle ultime battute della 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma quel colpo di fulmine a ciel sereno capace di farti dimenticare persino i disaggi provocati nella Capitale dall’ennesimo sciopero dei mezzi pubblici. Quel film risponde al titolo di Three Identical Strangers, approdato sugli schermi della kermesse diretta da Antonio Monda sulla scia di un fortunato tour festivaliero iniziato al Sundance Film Festival 2018 dove si è aggiudicato il gran premio della giuria. A firmarlo il produttore e regista statunitense Tim Wardle, che porta sullo schermo una docu-fiction che racconta una storia straordinaria destinata via via a diventare incredibile.
All’epoca dei fatti narrati le lancette dell’orologio ci riportano diritti alla New York del 1980. Lì, in seguito a una strana serie di coincidenze, due perfetti sconosciuti di 19 anni, Edward Galland e Robert Shafran, scoprono di essere gemelli separati alla nascita, entrambi adottati e cresciuti in due famiglie diverse. Quando la loro storia viene pubblicata sul “New York Post”, un altro diciannovenne, David Kellman, si rende conto di essere, anch’egli, loro fratello gemello, adottato a sua volta da un’altra famiglia. Dopo il ricongiungimento, la loro storia diventa il caso mediatico del momento: i tre rilasciano continuamente interviste, sono ospiti fissi dello Studio 54 e vengono contattati da Madonna per comparire in un suo film. Molti anni dopo, la scoperta fatta dai tre fratelli innesca altri eventi che portano alla luce un segreto davvero inquietante.
Ovviamente per sapere quale segreto esso sia vi rimandiamo alla visione dell’opera in questione della quale al momento non vi sono tracce di una distribuzione nelle sale nostrane, ma una cosa è certa: la sua scoperta non vi lascerà per nulla indifferenti. Tanto sconvolgenti quanto assurdi, gli eventi narrati ci dimostrano ancora una volta quanto la vita possa fare dei grandissimi regali ma anche dei brutti scherzi. Qui a differenza del celeberrimo detto popolare la realtà torna a superare di gran lunga l’immaginazione e coloro che ne sono stati loro malgrado i protagonisti lo possono testimoniare. Quello che all’inizio appare come il capitolo di una favola in odore di “Carràmba! Che sorpresa” si trasforma all’improvviso in un dramma umano che lascia senza fiato, come un pugno sferrato con potenza alla bocca dello stomaco. Lo spettatore farà davvero fatica ad accettare che ciò che scorre sullo schermo sia realmente accaduto, ma Three Identical Strangers è la cronaca ricostruita di una storia che manderà al tappeto anche lo spettatore con gli anticorpi più sviluppati e resistenti. Davanti al racconto dei diretti interessati e a chi a vario titolo (amici, genitori adottivi, parenti acquisiti e giornalisti) è entrato nell’orbita del racconto, appare difficile rimanere impassibili e non increduli.
Wardle si affida alle interviste frontali ai testimonial, compresi i gemelli protagonisti, per dare voce e corpo al racconto. E dove non può arrivare con le parole ci riesce con le immagini, alcune vere di repertorio (fotografie, articoli di giornale e filmati in super 8) e altre abilmente ricostruite grazie a frammenti di fiction che ci mostrano gli eventi con una confezione davvero pregevole che mette in evidenza le doti stilistiche dell’autore e i discreti mezzi a disposizione, tecnici ed economici. Ma la forza di Three Identical Strangers è prima di tutto data dalla storia in sé, poi dalla grandissima efficacia con la quale il tutto ha preso forma e sostanza su una timeline dove quando pensi che si sia giunti al capolinea arriva una nuovo colpo di scena a rimettere nuovamente tutto in discussione.
Francesco Del Grosso