Donna del passato, donna del presente
La Regina Cristina di Svezia: una delle figure femminili più interessanti dei secoli scorsi. Una donna, educata come un uomo, che a lungo si è battuta per promuovere la cultura nel proprio paese e che, per la sua educazione ed il suo carattere deciso e passionale, fin dai primi anni del suo regno ha fatto parecchio parlare di sé. Un personaggio che, inevitabilmente, ha suscitato forte interesse anche in numerosi registi e sceneggiatori.
Tra questi, troviamo la figura di Mika Kaurismäki (fratello maggiore dell’acclamato cineasta Aki), che con il suo The Girl King – vincitore di numerosi premi in Svezia e presentato in Italia in occasione del Nordic Film Fest – ci ha raccontato una Cristina di Svezia fuori dagli schemi: carismatica, determinata, coraggiosa, che non poche difficoltà ha dovuto affrontare durante gli anni del suo regno.
Cristina sale al potere all’età di sei anni, in seguito alla morte di suo padre, re Gustavo II Adolfo. Con l’obiettivo di dare un’educazione al popolo e di mettere fine alla Guerra del Trent’anni, darà da sempre alla cultura e all’innovazione in campo scientifico grande rilevanza. Combattuta tra il dovere di dare alla nazione un erede e l’amore per una dama di corte – la contessa Ebba Sparre – la donna deciderà di non sposarsi mai, rimanendo vergine fino alla morte.
Ritmi serrati ed incalzanti, un susseguirsi di scene ricche di tensione. Il tutto accentuato da un’importante (e talvolta ingombrante) colonna sonora e da un montaggio dinamico e, spesso e volentieri, fuori dagli schemi. Il lungometraggio di Kaurismäki si distingue per la grande capacità di coinvolgere lo spettatore fin dai primi minuti, ponendo in primo piano i sentimenti ed i conflitti interni della protagonista, quale unica donna in un contesto solitamente maschile, circondata da uomini che aspirano al trono ed al cuore della giovane regina. Un dramma in costume che, per molti aspetti, sta a ricordare addirittura Marie Antoinette di Sofia Coppola.
E che dire di Malin Buska, l’attrice svedese che qui vediamo nel ruolo da protagonista? Ovviamente, fin da subito siamo portati a pensare alla magistrale interpretazione della sua connazionale Greta Garbo in La regina Cristina (diretto nel 1933 da Rouben Mamoulian). E di sicuro potremmo maliziosamente ipotizzare che la Buska stessa abbia cercato di rifarsi alla diva per entrare nella parte. Il risultato, in questo caso, però, non è tra i più soddisfacenti. Algida quanto basta, ma eccessivamente statica, la giovane attrice ci ha regalato per l’occasione una performance non troppo convincente, a volte addirittura macchinosa, che sta a creare un personaggio con il quale difficilmente il pubblico riesce ad entrare in sintonia.
Quello che – con questa sua opera – Kaurismäki vuole principalmente raccontarci è, però, proprio la potenza dei sentimenti (non a caso è l’amore il tema portante del Nordic Film Fest 2016), oltre alla difficoltà di essere donna in una società eccessivamente maschilista. Ed è proprio questo che rende The Girl King un prodotto particolarmente attuale, che, al di là di qualsiasi pecca riguardante la realizzazione in sé, riesce in ogni caso a far presa sul pubblico ed a far sì che quest’ultimo risponda positivamente in seguito alla visione.
Marina Pavido