Il collezionista di traumi
In occasione della serata di Halloween lo staff di Shockproof ha voluto proporre alla Sala Trevi ben tre titoli, tutti thriller italiani prodotti fra il 1972 e il 2016 che portano la firma di registi diversi per formazione, accomunati però dalla volontà di declinare il genere secondo pratiche autoriali fuori dagli schemi. Nel corso del pomeriggio si è passati dall’esperimento cinefilo e cineclubistico di Rorret, col film proiettato in 35mm alla presenza del regista Fulvio Wetzl, ad un classico sottovalutato come Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? di Anthony Ascot [Giuliano Carnimeo]; per concludere poi con le atmosfere noir di Senza lasciare traccia, uno degli esordi più promettenti di questi ultimi anni, la cui proiezione è stata preceduta a inizio serata da un incontro con l’autore Gianclaudio Cappai e con Michele De Angelis moderato da Simone Starace.
Ecco, data la simultanea uscita in DVD, è proprio su Senza lasciare traccia che vorremmo soffermarci un po’. Verrebbe spontaneo definirla una piacevole anomalia, rispetto al panorama italiano contemporaneo, se non fosse che nel film di piacevole si vede ben poco. Abbondano semmai le situazioni sgradevoli: corpi che portano le cicatrici di un passato violento, senso di inadeguatezza, rimorsi, qualche tentativo poco convinto di rimuovere traumi radicati in profondità, stati di frustrazione, desideri di vendetta rimasti sopiti per anni, malattie e debiti. Il vaso di Pandora scoperchiato dal regista Gianclaudio Cappai ne contiene di mali, fatti arroventare (letteralmente) in un’atmosfera spessa, malsana, da cui scaturisce un thriller insolito nella tempistica e straordinariamente morboso nelle sue implicazioni psicologiche.
Ne è protagonista un insegnante, Bruno, minato nel fisico e tormentato da cupi ricordi infantili, che torneranno a materializzarsi allorché sua moglie Elena, restauratrice a sua volta in crisi con il lavoro, viene chiamata a operare col proprio staff su un antico, inquietante dipinto. L’affresco si trova infatti nel paesino che era stato teatro anni prima di quegli orribili eventi. Ma Bruno è abituato a tenersi tutto dentro. Lei probabilmente non immagina neanche. E quel viaggio verso il nord della penisola, attraverso campagne ritratte con tonalità particolarmente meste, desolate, spoglie, come ad evidenziare crudamente un altro tassello della tragedia solo in parte rimossa, farà riemergere in breve tutto il marcio che ancora si annida tra memorie sfocate. A completare il quadro un’altra famiglia in difficoltà, padre e figlia che dopo essere stati frodati da un losco intermediario stentano a conservare la loro proprietà agricola, rei agli occhi del protagonista di aver svolto un ruolo ambiguo in quel tragico episodio sepolto nella memoria. Ma cosa sarà realmente capitato a quel ragazzino fragile, cresciuto poi con tanta rabbia e sofferenza in corpo? Una sinistra fornace sembra custodire il ricordo dell’accaduto.
Ben sostenuto dagli attori, su tutti l’intenso protagonista Michele Riondino, ma anche l’irrequieta Valentina Cervi e gli altri comprimari di questo sommesso dramma, Gianclaudio Cappai ha dimostrato personalità e coraggio nell’affidare a una progressione narrativa lenta, articolata su più piani, il mood di un racconto cinematografico nervoso che riesce ad esasperare le paranoie dei personaggi, legandole indissolubilmente ad ambienti malsani e opprimenti.
Lode quindi a questa uscita in DVD, che ha poi nella qualità dei contenuti speciali un altro punto di forza: assieme al commento audio del regista sono infatti reperibili due precedenti cortometraggi, Purché lo senta sepolto (2006) e So che c’è un uomo (2009), la cui visione rafforza l’idea che Giancarlo Cappai sia cineasta di spessore, con una poetica ben definita, ruvida, spigolosa almeno quanto i caratteri che ama mettere in scena.
Stefano Coccia
Senza lasciare traccia
Regia: Gianclaudio Cappai, Italia 2016
Durata: 93′
Cast: Michele Riondino, Valentina Cervi, Vitaliano Trevisan, Elena Radonichic, Giordano De Plano
Lingue: Italiano Dolby Digital 2.0
Sottotitoli: Eng / Port / Rus
Extra: Purché lo senta sepolto (2006), So che c’è un uomo (2009), Commento audio del regista
Distribuzione: Hirafilm / Penny Video