Home Festival Altri festival Filmmaker Festival 2018: presentazione

Filmmaker Festival 2018: presentazione

171
0

La ricerca sempre e comunque prima di tutto

Al via il 16 novembre l’edizione 2018 di Filmmaker Festival, la 38esima per la precisione che andrà in scena fino al 24 novembre a Milano presso lo Spazio Oberdan e l’Arcobaleno Film Center. Al centro della manifestazione, come sempre, il cinema documentario e – più in generale – “di ricerca”: un’identità netta e riconoscibile che da quasi quarant’anni fa di Filmmaker, all’interno di un panorama nazionale affollato di appuntamenti, un punto di riferimento certo per chi vuole scoprire e sostenere nuovi autori, nuove forme cinematografiche, nuove relazioni con il pubblico.
Sette le sezioni in cui si articola il programma di quest’anno: Concorso Internazionale, Concorso Prospettive, Fuori Concorso, Carta Bianca a Luca Guadagnino, Fuori formato, Filmmaker Moderns, FILMMAKER OFF cui si aggiungono i film di Apertura e Chiusura, ossia Monrovia, Indiana di Frederick Wiseman e Chaco di Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini, per un totale di 82 titoli, di cui 16 in anteprima assoluta e 11 in anteprima italiana.
Il Concorso internazionale propone quest’anno 9 film, senza distinzioni di formato, genere o durata, firmati tanto da giovani autori quanto da nomi di primo piano del panorama cinematografico internazionale. Tra questi, tre amiche di Filmmaker, che tornano al festival con i loro ultimi lavori: Ruth Beckermann, vincitrice nel 2016 con The Dreamed Ones, è autrice con Waldheims Walzer (candidato austriaco alla corsa all’Oscar) di un film che dal passato, attraverso la figura di Kurt Waldheim – a lungo Segretario generale dell’ONU, poi Presidente dell’Austria tra le polemiche per il suo passato nell’esercito nazista – illumina il presente riflettendo sull’identità collettiva di un Paese che ha rimosso le proprie responsabilità nella storia del nazismo; Claire Simon ci porta con Premières solitudes nel liceo Romain Rolland di Ivry, un sobborgo di Parigi, tra i ragazzi e le ragazze del penultimo anno, che vivono il confine tra l’adolescenza e l’ingresso “ufficiale” nell’età adulta; mentre Alexandra Gerbaulet (in co-regia con Mirko Winkel) in Die Schläferin “immagina” le esistenze di Margit e Irina, due donne risucchiate nel ruolo di madri, casalinghe e mogli che assurgono agli “onori” della cronaca per aver ucciso i loro mariti. Altro nome ben noto ai frequentatori dei festival internazionali e presente nella line-up della kermesse meneghina è Nicolas Philibert che in De Chaque Instant osserva la formazione degli apprendisti infermieri all’istituto Croix Saint Simon di Montreuil, dall’apparente banalità di un gesto come lavarsi le mani all’incontro con la malattia, la sofferenza e la morte, per restituire il senso di un mestiere che non è limitato alla pratica della medicina, ma è improntato al rispetto dell’essere umano e strutturato da regole democratiche e inclusive – rigorosamente indipendenti anche da quelle dello Stato. L’Italia è rappresentata da Luca Ferri, habitué del festival, che in Pierino segue un anno di “solito tran tran” di Pierino Aceti, pensionato ma soprattutto “malato di cinema”, che sconvolge i suoi ritmi quotidiani solo per partecipare al Bergamo Film Meeting, e cataloga tutti i film visti dal 1973; e dal giovane Antonio Di Biase, che per girare De Sancto Ambrosio è salito sul campanile della basilica di Sant’Ambrogio, a Milano, e da lassù ci mostra i bambini che giocano, gli operai che lavorano, i turisti che scattano selfie. Primavera, estate, autunno, inverno, all’alternarsi delle stagioni si intreccia il respiro della città: le persone, la luce, i ritmi che cambiano secondo le ore, i luoghi il cui orizzonte appare in una continua trasformazione.
Competitiva è anche la sezione Prospettive che vuole essere un laboratorio di idee, un momento d’incontro e di scontro tra visioni e punti di vista desiderosi di mettersi in gioco, uno spazio che immaginiamo capace di stimolare riflessioni e provocazioni. Più che tracciare coordinate, qui si prova a mappare in 11 titoli (quasi tutti in prima assoluta) quello che si agita nel cinema indipendente italiano under 35. Ciò che caratterizza la sezione è una propensione all’azzardo che si esprime, innanzitutto, attraverso un’estrema varietà di formati e una tensione verso forme testuali aperte e flessibili che si rivolgono con disinvoltura alle contaminazioni con le altre espressioni visive. E su queste linee guida si sviluppa la selezione, nella quale hanno trovato posto tra gli altri Baikonur – Terra di Andrea Sorini, che ci porta nel cuore del Kazakistan, in un deserto lontano da tutto ma in compenso a un passo dall’universo, e Un’estate a Milano di Demetrio Giacomelli, un viaggio in un paesaggio quotidiano dove però l’inferno si annida dietro la porta di casa.
Tra le numerose altre proposte audiovisive presentate nelle restanti vetrine non competitive segnaliamo la nel fuori concorso due titoli: Città Giardino e Malo tempo. Nel primo il regista Marco Piccaredda ci racconta le storie di sei adolescenti africani rimasti bloccati nell’assolata estate siciliana nel centro per immigrati che dà il titolo al film, mentre nel secondo il collega Tommaso Perfetti porta lo spettatore in casa di Luciano, un ragazzo agli arresti domiciliari che fa passare la noia immaginando la sua vita appena sarà finalmente libero di lasciare le quattro mura domestiche che sono la casa dei suoi genitori. Spazio anche ad una guest director di prestigio con una raccolta di opere scelte da Luca Guadagnino e incentrate sul tema della “formazione” (non solo cinematografica) con una Carta bianca sorprendente, dedicata a Roberto Rossellini e Peter Del Monte, che è anche un viaggio indietro nel tempo alle prime esperienze da spettatore “vorace ma sporadico” (tra i film Piso pisello e Viaggio in Italia). Da segnalare anche Fuori formato con il primo lungometraggio dell’austriaco Johann Lurf dal titolo , che include estratti da più di 550 film in cui sia presente almeno un’inquadratura del cielo stellato.

Francesco Del Grosso

Riepilogo recensioni per sezione della 38esima edizione del Filmmaker Festival

Film d’apertura

Monrovia, Indiana di Frederick Wiseman

Concorso Internazionale

De Sancto Ambrosio di Antonio Di Biase

De chaque instant di Nicolas Philibert

Waldheims Walzer di Ruth Beckermann

The Sleeper di Alex Gerbaulet, Mirko Winkel, Tim Schramm

The Communist di Andreas Goldstein

Pierino di Luca Ferri

The Image You Missed di Donal Foreman

Fuori Concorso

Storia dal qui di Eleonora Mastropietro

Città Giardino di Marco Piccaredda e Gaia Formenti

Prospettive

Baikonur, Terra di Andrea Sorini

Un’estate a Milano di Demetrio Giacomelli

Evento Speciale

Summer di Kirll Serebrennikov

Fuori formato

di Johann Lurf

Articolo precedenteSummer
Articolo successivoSenza lasciare traccia (dvd)

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

2 × quattro =