Riflettere sulla cultura del Sol Levante
Complice la sempre maggiore importazione di opere anime e manga in Occidente è sempre più forte l’interesse per la cultura e la società giapponese. Ciò nondimeno, il mondo nipponico, nonostante l’ulteriore divulgazione offerta dai vari travel blogger, continua a rimanere sostanzialmente alieno per gli occidentali. Complice di ciò è, probabilmente, anche il fatto che i vari content creator non producano approfondite analisi, quanto, piuttosto, filmino semplicemente la propria esperienza personale. In questo ondivago panorama di superficiale informazione circa il Giappone, il libro Samurai d’inchiostro, a cura di Carlomanno Adinolfi e Riccardo Rosati, costituisce un apprezzabile sforzo di produrre un’analisi approfondita. L’opera, composta da una serie di saggi redatti dai due curatori insieme a Cristina Frattale Mascioli, Enrico Petrucci e Alessandro Bottero, si concentra sul rapporto tra modernità e tradizione all’interno della società giapponese in rapporto con le opere audiovisive prodotte nel paese. Il filo rosso che collega tutti i saggi presenti è la figura del samurai, con tutto ciò a esso legato. Si passa così dall’analisi di Rosati su come tale figura sia passata attraverso i secoli per giungere fino alla modernità e venire rappresentata, con tutti i suoi tratti tradizionali anche se rivisitati sotto una patina di modernità, all’interno del genere cinematografico del chanbara e delle varie opere manga e anime. Uno degli elementi cardine del mondo dei samurai è la religione Shinto. Del rapporto tra tale credenza e la società giapponese si occupa Mascioli con una sua monografia dedicata a Principessa Mononoke di Hayao Miyazaki. Nella seconda parte del volume, invece, Adinolfi si concentra sul modo in cui il mondo dei samurai ed i suoi protagonisti sono stati rappresentati tra anime e manga, testimoniando un contatto e una continuità tra modernità e tradizione all’interno della società giapponese, nella quale le giovani generazioni non paiono rifiutare il passato, ma continuano a cercarvi ispirazione. I saggi di Petrucci e Bottero, invece, prendono spunto dall’arrivo e sulla recezione della figura del samurai in occidente. Nello specifico, Petrucci si incarica di tracciare un resoconto su come anime e manga furono accolti in Italia al momento del loro esordio nel nostro paese. Bottero apre ad una riflessione su come la figura del samurai sia stata recepita e sviluppata in Occidente, in particolare all’interno del fumetto americano. Non possiamo, forse, parlare di un’opera che si configuri di capitale importanza all’interno del panorama saggistico dedicato alle produzioni audiovisive e fumettistiche nipponiche. Tuttavia, ci troviamo di fronte ad un tomo solido, molto completo, nel quale si offrono spunti di riflessione e approfondimento. La lettura, inoltre, risulta agevole e coinvolgente, adatta anche a chi non è un addetto ai lavori. Insomma, potremmo definire Samurai d’inchiostro un valido punto di partenza per tutti coloro che vogliano iniziare ad approcciarsi ad uno studio delle produzioni di anime e manga.
Luca Bovio
Samurai d’inchiostro
di Riccardo Rosati e Carlomanno Adinolfi
Edizioni Profondo Rosso
Pagine: 120
Prezzo: 23 euro