100 anni dopo e… sempre peggio
“The count is back,
with an eye for London’s hot pants…
and a taste for everything”
(Una delle tagline di Dracula A.D. 1972)
Prima di tutto alcune curiosità e qualche coordinata tecnica intorno a 1972: Dracula colpisce ancora!. È la settima pellicola prodotta dalla Hammer avente protagonista Dracula, e il sesto in cui le eleganti vesti e gli aguzzi canini del Conte sono indossati da Christoper Lee. La pellicola segna il piacevole ritorno di Peter Cushing nel ruolo di Val Helsing, avendo interpretato il Professore l’ultima volta in The Brides of Dracula (Le spose di Dracula, 1960) di Terence Fischer. Inoltre, segna anche ricongiungimento dell’accoppiata Lee-Cushing dopo ben quindici anni, cioè da Dracula (Dracula, il vampiro, 1958) di Terence Fisher. La regia è affidata ad Alan Gibson, che firmerà anche il seguente The Satanic Rites of Dracula (I riti satanici di Dracula, 1973), e la sceneggiatura è di Don Houghton, che scriverà anche il copione del successivo capitolo e dello stravagante The Legend of the 7 Golden Vampires (La leggenda dei 7 vampiri d’oro, 1974) di Roy Ward Baker e Cheh Chang (non accreditato), e in cui il protagonista è Peter Cushing nuovamente nel ruolo di Van Helsing. Il prologo, ambientato nel 1872 e girato ex-novo, non si riallaccia né a Scars of Dracula (Il marchio di Dracula, 1970) e nemmeno al primo Dracula che si svolgeva nel 1885.
La Hammer Film Productions, istituita nel 1949, è un marchio fondamentale per l’horror cinematografico, avendo realizzato, nella sua storia produttiva, differenti pellicole di terrore. Tra le sue molte produzione horror spiccavano le serie dedicate a Frankenstein, alla Mummia e specialmente quella incentrata sul Conte Dracula. La prima pellicola sul vampiro aveva riscosso un enorme successo, rilanciando finanche l’horror a livello mondiale, e il merito era anche per la preziosa coppia in lotta Christopher Lee e Peter Cushing, che donavano ai due personaggi antagonisti raffinate fisionomie. Chiaramente la serie su Dracula si creò non per fini questioni artistiche, ma principalmente per meri motivi economici, perché era il mostro di casa Hammer che incassava maggiormente. Il veloce declino delle qualità artistiche di questa sequela di pellicole, oltre a budget sempre più esigui, era dovuto al fatto che si stavano propagando miriadi di pellicole “apocrife” e d’infima qualità con protagonista Dracula, e dovendo la Hammer trovare sempre uno spunto accattivante, più che originale, per invogliare il pubblico. Quindi giocò la carta di attualizzare le avventure del vampiro, e come recita perentoriamente il titolo originale, Dracula A.D. 1972, il Conte viene fatto resuscitare cinematograficamente cento anni dopo, in una Londra preda di hippies in cerca di dissacrante divertimento (la festa aristocratica rovinata dalla loro presenza). D’irriverente, in verità, c’è ben poco nella pellicola, anche per quanto riguarda l’aspetto sessuale. Come recita una pruriginosa tagline di presentazione, e come mostra una – forviante – foto pubblicitaria, in cui Christopher Lee/Dracula è attorniato da belle e poppute ragazze dallo sguardo lascivo, l’idea era di smerciare una pellicola con qualcosa di piccante. Effettivamente nella pellicola compaiono le quattro conturbanti ragazze, ma al massimo concedono alla visione dello spettatore il solco dei seni e nulla più.
1972: Dracula colpisce ancora! recita concitato il titolo italiano affibbiato dalla distribuzione nostrana (che utilizzerà la stessa frase espositiva nel 1975 per La pantera rosa colpisce ancora di Blake Edwards, che in originale era The Return of the Pink Panther), però a essere sinceri, questo eccitato “colpo” inferto dal ritorno di Dracula si rivela… esangue. È una di quelle pellicole che si può sorbire solo con bonomia di sguardo, essendo molto mediocre e con poca logica (il Cavern è sorvegliato solo all’entrata principale da un bobby; Alucard si muove di giorno, però muore trafitto dalla luce solare; il vecchio Professore Van Helsing è più agile di Dracula). Dracula A.D. 1972 andrebbe colta in altro modo, come una perfettamente maldestra storia cinematografica di estrazioni di preziosi liquidi, declinati in differenti forme. Dracula succhia il sangue delle vittime per sopravvivere; la Hammer spilla liquidi agli spettatori per fare cassa; Christopher Lee si (ri)mette a sorseggiare finto sangue per ovvi motivi alimentari; Peter Cushing, praticamente in un doppio ruolo (il Van Helsing originale e un suo pronipote), deve sorbirsi un vetusto ruolo per rimanere in vita.
Roberto Baldassarre