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[REC] 4: Apocalypse

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VOTO: 6.5

Saranno riusciti, finalmente, ad arginare il contagio?

Presentato in anteprima all’ultima edizione di Science + Fiction, [REC] 4: Apocalypse è il film che dovrebbe placare, almeno per il momento, la curiosità dei fan di questa fortunatissima saga horror, che con tale capitolo pare avviata alla conclusione. Verso la fine ci sarebbe, in realtà, un possibile rilancio da cui si deduce che il Male non è stato allontanato per sempre, ma quell’accenno ha tutta l’aria di essere un tributo alle più consolidate dinamiche di genere. Non è detto, perciò, che venga poi sviluppato.

Si può intanto salutare con una certa soddisfazione il fatto che le redini del progetto siano tornate nelle mani, decisamente più salde, di Jaume Balagueró, dopo un fiacchissimo ed eccessivamente farsesco terzo episodio, [REC]³ – La genesi, affidato invece alla regia del solo Paco Plaza.
Certo, anche qui non siamo ai livelli del primo [REC], di quel capostipite che era riuscito a sorprenderci, mescolando adrenalina, spaesamento e disagio grazie all’utilizzo del cosiddetto found footage, procedimento cui oggi nel cinema horror si fa un ricorso senz’altro eccessivo e gratuito, ma che in quella particolare occasione seppe risultare ancora valido. Tant’è che il pubblico si fece volentieri sedurre, turbare e sconvolgere dal modo in cui la videocamera registrava, passo dopo passo, le allucinanti peripezie della giornalista Ángela Vidal, rinchiusa assieme ad altri personaggi in una palazzina i cui inquilini erano stati contagiati da un morbo terribile, in grado di trasformarli in demoniache creature costantemente a caccia di carne umana.

Con [REC] 4: Apocalypse ritorna innanzitutto il personaggio di Ángela Vidal, sempre interpretata dalla nota conduttrice televisiva Manuela Velasco. La vediamo salvata nelle prime scene da un blitz dei militari all’interno del famigerato condominio. Laddove qualche anima pia potrebbe illudersi che l’incubo sia finito, è evidente che al contrario un nuovo incubo è appena cominciato…
Il sospetto difatti è che la giovane donna sia portatrice del malefico virus, per cui lei verrà subito messa in quarantena, presso una località segreta, insieme ai pochissimi soldati sopravvissuti al blitz e alla conseguente distruzione, tramite cariche esplosive, della palazzina degli orrori. Nuovo scenario, nuova e claustrofobica location. Si fa presto a scoprire che gli scienziati e i paramilitari incaricati della missione di contenimento, per motivi di sicurezza come anche per condurre esperimenti alla larga da sguardi indiscreti, hanno condotto Ángela coi suoi compagni di sventura su una vecchia nave che naviga in alto mare, lontano dalla costa e per giunta in prossimità di una tempesta assai minacciosa.
Facile intuire che la situazione non ci metterà molto a degenerare…

Merito maggiore del regista iberico è aver saputo riannodare i fili dei precedenti episodi, dando vita a una trama tutto sommato coerente che rimescola i differenti registri usati finora (contagio zombi, soprannaturale, grottesco) nel segno di un action-movie adrenalinico, spaventoso al punto giusto, non privo di sfumature ironiche (il nerd dichiarato che ritroviamo tra i protagonisti, per esempio) e con qualche colpo di scena meno telefonato di quanto, arrivati a questo punto, si potrebbe immaginare. Insomma, se l’effetto conturbante del primo [REC] resta pure qui un obbiettivo irraggiungibile, quantomeno a Balagueró è riuscita l’impresa di riportare la saga a livelli dignitosi, attraverso un film di intrattenimento ben congegnato e a tratti coinvolgente. Risultato che in parte si deve all’indovinata location: una nave in balia dei flutti e di quel carico orribile, stivato al suo interno.

Stefano Coccia

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