Home Festival Altri festival Brand New-U

Brand New-U

115
0
VOTO: 5

Due pesci assolutamente uguali: i dentici

Tra i film in concorso al XXV Noir in Festival di Courmayeur ce n’è giusto uno che ha sollevato in noi forti perplessità: Brand New-U, lungometraggio d’esordio di Simon Pummell. E non perché l’approccio al genere del cineasta britannico sia da considerarsi banale. Il motivo del nostro scetticismo è da relazionare semmai al fatto che le ambizioni di questo sofisticato giocattolo narrativo, le sue stesse intriganti atmosfere, non si sono rivelate sufficienti a soddisfare le aspettative createsi strada facendo; e questo non soltanto a causa di un citazionismo troppo spesso fine a se stesso, ma anche per quegli sviluppi diegetici destinati a diventare sempre più ermetici, confusi, incoerenti, tali insomma da propiziare un epilogo su cui il sospetto di manierismo cala pesantemente, coinvolgendo anche quel continuo scambio di identità che fino ad allora aveva generato curiosità nello spettatore.

Eppure, come abbiamo già lasciato intendere, qualcosa di potenzialmente interessante si era manifestato da subito nell’audace traccia narrativa, il cui meccanismo oscuro e senza dubbio minaccioso aggredisce spietatamente i personaggi principali del racconto, trascinandoli in un gioco perverso, labirintico, espresso ad ogni modo con una certa eleganza visiva.
Accade così che al protagonista Slater (Lachlan Nieboer), impegnato in una serata romantica con la propria fidanzata, tocchi l’ingrata sorte di assistere quasi impotente al rapimento di lei, Nadia (Nora-Jane Noone), da parte di una sconosciuta e a quanto pare potentissima organizzazione. Siamo del resto in un immediato futuro la cui realtà sociale tende al conformismo, senza per questo annullare le proprie radicate inquietudini. E tale organizzazione, ribattezzata per l’appunto Brand New-U, appare strutturata come rete di “Identici” ovvero come corporation che propone agli affiliati di appropriarsi delle identità di soggetti che conducono, a loro dire, una vita migliore; tutto ciò attraverso una catena di rapimenti, eliminazioni violente dei soggetti prescelti, operazioni chirurgiche necessarie a rendere credibile la sostituzione.
Solo che, nel caso di Slater e Nadia, la coppia oppone resistenza, costringendo la Brand New-U a modificare i propri piani: in realtà il rapimento della ragazza è avvenuto con successo, ma non essendo più possibile sostituirla i dirigenti dell’associazione riescono a mettere il suo compagno con le spalle al muro, obbligandolo a dimenticarla e ad accettare lui una nuova vita a spese di qualcun altro. Sebbene almeno all’inizio Slater sembri accettare le nuove regole, il suo essere rimasto intimamente legato a Nadia lo porterà ben presto a sfidare il sistema, ossia quel cinico ingranaggio di cui lo vorrebbero rendere complice…

Il mescolarsi di elementi Sci-Fi e di atmosfere noir tanto nell’impronta visiva che nella conduzione del racconto seduce, in principio, facendo pensare almeno esteriormente a film come Il tredicesimo piano. Anche i passaggi compiuti per acquisire un’altra identità possiedono un loro appeal cinematografico. E qui il pensiero potrebbe correre al percorso recente di Almodóvar come pure a certi vecchi episodi di The Twilight Zone.
Detto questo, uno script sempre più balbettante fallisce poi nel mettere insieme i pezzi del puzzle, lasciando che l’atmosfera così pregna di intrighi e misteri si diradi a forza di piccole svolte drammaturgiche, che appaiono ora poco comprensibili, ed ora eccessivamente telefonate, banali. La stessa natura dei poteri e delle motivazioni che si nascondono dietro la nascita dell’organizzazione si rivela alquanto pretestuosa. E così l’atteso regolamento di conti tra il protagonista e i vertici della stessa, pur venendo messo in scena con una certa enfasi, ricorrendo viepiù a insistite (e probabilmente superflue) dilatazioni temporali, finisce per lasciare il pubblico freddo e anche un po’ perplesso.

Stefano Coccia

Articolo precedenteOmaggio a Claudio Caligari – “Amore tossico” e “Non essere cattivo”
Articolo successivoThe Boy

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

undici + quattro =