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Pavarotti

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VOTO: 7

L’opera italiana alla base di tutto

La Festa del Cinema di Roma, accoglie sempre film attuali e pellicole che raccontano storie di un tempo che fu o vite di uomini straordinari. Ci sono figure nel nostro tempo che hanno lasciato un segno indelebile nel cammino della Storia. Luciano Pavarotti è una di queste; egli ha saputo regalarci le versioni delle migliori opere liriche che il mondo abbia mai conosciuto. Non soltanto noi italiani, ma tutto il mondo ha avuto la fortuna di poter assistere agli spettacoli di questo straordinario artista fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2007. Ma come la maggior parte degli uomini, specie quelli famosi e sempre sotto la luce dei riflettori, ci sono sempre degli scheletri negli armadi che prima o poi vengono a galla contribuendo a cambiare il pensiero in modo drastico. Il peso del dover raccontare un uomo che ha saputo far innamorare milioni di persone in tutto il globo, spetta ad un regista come Ron Howard. L’ex interprete di Happy Days, premio Oscar nel 2002 con A Beautiful Mind, produce e dirige questo Pavarotti, dedito esclusivamente al racconto dell’esistenza di questo grande cantante a partire dal periodo della giovane età fino al momento della sua dipartita.
Per raccontare Pavarotti, Howard riesce a costruire un documentario molto potente che include personaggi che lo hanno conosciuto strettamente, includendo video e istantanee che raccontano l’uomo sotto una luce differente da come lo abbiamo conosciuto noi. Questo documentario è, a tutti gli effetti, un viaggio dentro i suoi affetti più cari e un cammino storico in cui il regista ci prende letteralmente per mano conducendoci all’interno dell’esistenza di Pavarotti. I racconti presi dalle interviste alla moglie Nicoletta Mantovani ed ex moglie Adua Vanoni, a cui si accodano le storie delle tre figlie di primo letto Lorenza, Cristina e Giuliana, dipingono Luciano Pavarotti nella sua sfera privata e ci mostrano il suo lato paterno. L’utilizzo di istantanee private, concesse sicuramente dalla famiglia, consentono ancora di più allo spettatore un’identificazione più approfondita e accurata del cantante. I racconti dei suoi manager: Herbert Brestlin e Tibor Rudas, congiunti alle dichiarazioni di direttori di teatri e della sua prima ninfa Madelyne Renée, si prendono la briga di mostrarci come egli si sia avvicinato al mondo del canto lirico e quanto fosse immensa la sua maestosità quando si dilettava in tale arte. Filologicamente parlando, il racconto del regista statunitense è coerente con la linea scelta dallo stesso che cerca di non fuoriuscire in situazioni, che sappiamo esserci state, capaci di intaccare il racconto. Le immagini dei suoi primi spettacoli in costume, le sue esibizioni con i due colleghi latini Placindo Domingo e Josè Carreras (con i quali componeva il gruppo de “I Tre Tenori”) e le immagini del concerto Pavarotti&Friends accanto a Bono, celebre frontman degli U2, disegnano un documentario meraviglioso e doveroso da vedere, capace di mescolare la vita del tenore dagli inizi fino al suo clou, in sole due ore di proiezione. Come anticipato però, Howard non ha potuto nascondere tutte le ombre di Pavarotti, e la vicenda dello scandalo della relazione con Nicoletta Mantovani è la parte più scabrosa del film che ci riporta ad una spiacevole realtà e che massacra le opinioni avute sino a quel momento sull’artista italiano. Anche la sua forte amicizia con Lady Diana, apparsa in diverse immagini di repertorio, ci mostrano dubbi e insicurezze di un uomo che, come ha sempre sottolineato egli stesso, è un grande amante delle donne; e questo in un periodo come quello attuale del #metoo non giova. Tuttavia, l’ex direttore di macchina de Il Codice Da Vinci, riporta in paradiso il cantante mostrando anche il suo impegno a favore dei più bisognosi e dei meno fortunati. Il documentario è piuttosto lungo per suo genere, ma se pensiamo al grande numero di storie che si sarebbero potute raccontare, bisogna ammettere che si tratta un lavoro arduo e ben orchestrato. Non è un’opera di santificazione ma neanche una descrizione diabolica; solo un semplice racconto su come Luciano Pavarotti abbia cambiato la vita di molte persone che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo o vederlo dal vivo. In presentazione alla rassegna romana, Pavarotti è un documentario che riporta in vita un uomo che ha fatto la storia della musica mondiale. Rivivere le sue gesta per un’ultima volta è un viaggio che necessariamente va fatto.

Stefano Berardo

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