E’ qui la Festa?
Il dilemma continua. Festa in grande stile oppure Festival di seconda categoria? Mentre, sul primo versante, si annota qualche cambiamento positivo nel comparto logistico, con un certo ampliamento nella Capitale in materia di diffusione della manifestazione, su tutto il resto permangono perplessità antiche. Un autentico party cinematografico dovrebbe raccogliere, senza se e ma, il meglio del cinema del momento. Senza guardare troppo alla provenienza di festival recenti o meno. Anche opere presenti a Cannes 2019 – e ovviamente ancora inedite in Italia – dovrebbero avere, ad esempio, diritto di ospitalità. Per non parlare di altre nel palinsesto delle più recenti kermesse di Venezia e Toronto. Trattandosi per l’appunto di Festa non dovrebbe esserci alcun elemento di concorrenzialità. Invece non è così.
Con l’ovvia eccezione di The Irishman, ultima fatica di sua maestà Martin Scorsese con cast stellare (Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci), la cosiddetta Selezione Ufficiale dimostra ancora una volta una scarsezza di appeal piuttosto disarmante, a maggior ragione se la consideriamo dal punto di vista del pubblico. Il quale, ovviamente, si attende bei titoli e grandi nomi. A meno di considerare come tali il gradito ritorno alla regia – a quasi un ventennio di distanza dall’opera prima Tentazioni d’amore (2000) – di Edward Norton, attore e cineasta che si è intelligentemente costruito una propria aura piccola e discreta grazie a scelte artistiche sempre avvedute, con il noir anni cinquanta Motherless Brooklyn oppure la rediviva star Jennifer Lopez, protagonista di Hustlers di Lorene Scafaria, lungometraggio corale al femminile che pare capitare a fagiolo in tempi di #metoo. Poi Downton Abbey di Michael Engler, dall’omonima serie televisiva british di successo e pochissimo altro, con la consueta, assai discutibile, filiera di anteprime di opere di imminente uscita nelle sale – si parla di pochissimi giorni – a far da contorno.
Le cose non cambiano di molto anche analizzando la questione dal punto di vista del Festival, cioè portando in palmo di mano la (presunta) qualità del prodotto cinematografico. Antonio Monda, direttore artistico della Festa, ha definito la stessa come “un’adolescente curiosa giunta al quattordicesimo anno di età“; ma la voglia di viaggiare, in senso ovviamente metaforico, non pare faccia parte del dna cinefilo di questa edizione, per l’appunto la numero quattordici. Del tutto assente la cinematografia africana nella Selezione Ufficiale, mentre pochissimo rappresentata è quella sudamericana (Tantas Almas del colombiano Nicolas Rincòn Gille) assieme a quella dell’est Europa, che può contare solamente su Your Honor dell’estone Andres Puustusmaa e sull’ex promessa Milcho Manchevski, drammaticamente sopravvalutata ai tempi di Before the Rain (1994), che ora torna alla ribalta con l’episodico Willow.
Da segnalare inoltre qualche documentario interessante (Pavarotti di Ron Howard e soprattutto Nomad. In the Footsteps of Bruce Chatwin di Werner Herzog, sul famoso scrittore “di viaggio”. Mentre i titoli italiani presenti appaiono appartenere ad un’ipotetica seconda fascia, anche se si spera possano rivelarsi opere degne: Il ladro di giorni di Guido Lombardi e Santa subito di Alessandro Piva, film di una certa ambizione tutta da confermare alla prova dei fatti.
Dispiace anche annotare come l’intrigante sezione denominata Tutti ne parlano sia stata ridotta a soli tre film. Evidentemente si è deciso di concedere poco spazio ad opere in grado di produrre discussioni e dibattiti in seno al pubblico. Paradossalmente, allora, proposte più cariche di interesse arrivano dalla sezione autonoma e parallela di Alice nella Città, spazio dedicato al cinema giovanile ma non sempre indirizzato agli infanti o adolescenti. Titoli come Zombi Child di Bertrand Bonello – peraltro già apprezzato a Cannes 2019 – e Adoration di Fabrice du Welz destano appetiti in ogni cinefilo che si rispetti.
Il resto, a parte la sempre significativa sezione dedicata agli incontri ravvicinati (quest’anno presenti Martin Scorsese, Hirokazu Koreeda, Ethan Coen, Olivier Assayas, Viola Davis, Bret Easton Ellis e altri nomi di prestigio) è tutto da scoprire. Incrociando per bene le dita…
Daniele De Angelis
Riepilogo recensioni per sezione della quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma
Selezione Ufficiale
Nomad: in the Footsteps of Bruce Chatwin di Werner Herzog
Motherless Brooklyn di Edward Norton
Pavarotti di Ron Howard
Tsntas Almas di Nicolás Rincón Gille
Antigone di Sophie Deraspe
Scary Stories to Tell in the Dark di André Øvredal
The Farewell di Lulu Wang
Willow di Milcho Manchevski
Mystify: Michael Hutchence di Richard Lowenstein
Il ladro di giorni di Guido Lombardi
Drowning di Melora Walters
Downtown Abbey di Michael Engler
Military Wives di Peter Cattaneo
The Irishman di Martin Scorsese
Trois jours et une vie di Nicolas Boukhrief
Deux di Filippo Meneghetti
1982 di Oualid Mouaness
Waves di Trey Edward Shults
Where’s My Roy Cohn? di Matt Tyrnauer
The Aeronauts di Tom Harper
Judy di Rupert Goold
Le meilleur reste à venir di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte
Run with the Hunted di John Swab
Honey Boy di Alma Har’el
Fête de Famille di Cédric Kahn
Your Honor di Andres Puustusmaa
Santa subito di Alessandro Piva
438 Days di Jesper Ganslandt
Hustlers di Lorene Scafaria
Tutti ne parlano
La belle époque di Nicolas Bedos
Share di Pippa Bianco
The Vast of Night di Andrew Patterson
Alice nella Città
Zombi Child di Bertrand Bonello
Maleficent – Signora del male di Joachim Rønning
Mother di Rodrigo Sorogoyen
Light of My Life di Casey Affleck
La famiglia Addams di Greg Tiernan e Conrad Vernon
Pupone di Alessanro Guida (corto)
La volta buona di Vincenzo Marra
Buio di Emanuela Rossi
L’Agnello di Mario Piredda
Eventi speciali
Nick Drake – Songs in a Conversation di Giorgio Testi
Tornare di Cristina Comencini
Il peccato di Andrei Konchalovsky
Riflessi
Moka Noir: A Omegna non si beve più caffè di Erik Bernasconi
Preaperture
L’uomo senza gravità di Marco Bonfanti
Jesus Rolls – Quintana è tornato! di John Turturro
The Report di Scott Z. Burns
Retrospettiva Hirokazu Kore-eda
Approfondimenti