Ancora in gioco
In Corea del Sud, come in molte altre nazioni del Continente Asiatico, il baseball è una cosa seria, motivo per cui le cinematografie locali non si sono mai tirate indietro nel momento in cui si è trattato di portare sul grande schermo pellicole ambientate nel suo mondo: da Mood of the Day a Baseball Girl, da Mr. Go a Hot Stove League, passando da Prison Playbook al più recente Not Out. Quest’ultima è l’opera prima di Lee Jung-Gon, presentata nella sezione “Independent Korea” della ventesima edizione del Florence Korea Film Fest.
Not Out ci porta al seguito di Gwang-ho, una giovane promessa della squadra di baseball del suo liceo, la cui condizione economica non gli permette di poter continuare la sua carriera all’università dopo la mancata selezione in un team professionistica dopo un provino andato male. Anche senza il supporto dei compagni di squadra, allenatore e famiglia, il ragazzo cercherà di trovare da solo una soluzione per trovare i soldi necessari per continuare a inseguire il suo sogno, cominciando a vendere benzina contraffatta con il suo amico Min-cheol tra le strade notturne di Seoul.
Se ce la farà o dovrà arrendersi sono gli ultimi minuti del film a dirlo, nel frattempo il protagonista si troverà al centro di alcuni capitoli di un classico romanzo di formazione, che mescola il proprio DNA narrativo e drammaturgico con lo sport-drama. Not Out dunque si muove – e lo fa con scioltezza – su questa doppia bisettrice, con i temi e gli stilemi dell’uno e dell’altro filone che si intersecano senza soluzione di continuità per dare forma e sostanza a un racconto intimo e toccante. Un racconto che fa leva e si alimenta sulle e delle emozioni provate dal protagonista durante il suo cammino di crescita, che lo porterà ad affrontare le difficoltà del quotidiano e gli ostacoli che lo dividono dal suo progetto sportivo.
Ma il vero valore aggiunto è rappresentato da colui che si è è fatto veicolo di questi emozioni attraverso una performance attoriale davvero intensa. Quel qualcuno è il giovane talento Jeong Jae-Kwang, che dona tutto se stesso al personaggio e mette al servizio della causa la sua indiscussa bravura. Qualità che Lee Jung-Gon ha saputo cogliere e che hanno contribuito ad alzare la temperatura emotiva delle scene, a cominciare da quelle più impegnative e complesse: a cominciare dallo sfogo con il padre nella tavola calda e il confronto verbale con i compagni di squadra nello spogliatoio.
Francesco Del Grosso