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The Lost City

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VOTO: 5

Per fantastiche avventure colme di Eros

A leggere il titolo balza agli occhi la similitudine con l’Impero perduto di Atlantide, fulcro di storie, romanzi e lungometraggi di stampo Disney che hanno appassionato milioni di lettori/spettatori del genere adventure. The Lost City nasce però con un obiettivo ben differente. È senz’altro un adventure movie ma con caratteri diversi che emergono nel corso della visione. La protagonista è Loretta Sage – interpretata da una meravigliosa Sandra Bullock – scrittrice di successo, vedova e che non riesce a risollevarsi dal lutto. I suoi romanzi, basati sul medesimo genere del film con l’aggiunta di una forte tonalità erotica, hanno per protagonista una donna speculare a lei; mentre il personaggio maschile, Dash, viene incarnato nella realtà da Alan Caprison (Channing Tatum), attore e modello che riscuote maggior successo dell’autrice stessa per via del suo fisico statuario. A seguito della presentazione del suo ultimo romanzo, Loretta viene rapita ed ingaggiata forzatamente dal magnate Abigail Fairfax, dalle sembianze di Daniel Radcliffe, tipico personaggio ricco e spocchioso interessato, più che alla storia e alla ricerca, alle possibilità di guadagno. Come si evince da questa prima parte di trama, la sceneggiatura non si differenzia affatto dai cliché a cui siamo abituati per questo genere. Nella parte centrale del film subentra, per un breve arco temporale, il personaggio di Jack Trainer (Brad Pitt) il quale, assieme a Tatum, darà vita ad un duo esilarante e combinaguai nel goffo tentativo di salvare la scrittrice.
Dopo una partenza stentata la pellicola sembra riuscire a decollare concedendoci qualche spunto interessante e scene action. Ma tutto diventa facilmente prevedibile. Avendo già visto e rivisto lungometraggi di questo genere è molto difficile considerare originale la sceneggiatura. Tutto viene riposto nelle interpretazioni degli attori. E sebbene l’alchimia tra Tatum e Bullock sembri funzionare lo stesso non si può dire dell’ex protagonista di Harry Potter e dell’ex marito di Angelina Jolie. Il personaggio di Radcliffe appare fin troppo sterile, simile ai suoi predecessori come i villain di Indiana Jones o, più recentemente, il Santiago Moncada di Uncharted (interpretato da Antonio Banderas). E seppur Brad Pitt appaia poco all’interno del film, la parte cucita per lui non gli si addice più di tanto. Non bastano due attori volenterosi e veterani come Bullock e Tatum per risollevare le sorti di un film già visto e rivisto. The Lost City altro non è che l’ennesima riproposizione di un genere che fatica a portare sullo schermo delle innovazioni decise. Forse è dai tempi de Il mistero dei templari che non si riesce ad avere un film del medesimo tipo capace di rimanere nella memoria di chi lo guarda. E neanche il film con Nicholas Cage e Jon Voight, pur essendo diventato un cult nel tempo, non è stato certo accolto con applausi scroscianti all’uscita nelle sale.
La pellicola inoltre possiede toni e colori troppo pop nel tentativo di arraffarsi un pubblico giovanile e femminile. E a tal proposito i fratelli Aaron e Adam Nee, registi del film, hanno pensato di inserire una scena di nudo integrale con Channing Tatum. Ma anche con questa sessualizzazione del personaggio maschile, difficilmente questo lungometraggio riscuoterà successo. The Lost City è il classico adventure movie da andare a vedere per spendere due ore del proprio tempo al cinema. Ma non riesce a lasciare un’impronta, non c’è una morale vera e propria – se non una interpersonale piuttosto ovvia -, e pecca di mancanza di adrenalina ed emozioni. Neanche la scena mid-credits, che ci lascia in eredità un sorriso, può salvare un prodotto piatto di cui avremmo fatto volentieri a meno.

Stefano Berardo

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