Chi siamo? Dove andiamo? Da dove veniamo?
“Mamma, posso fare il bagno? Quanto tempo è passato da quando ho fatto colazione?” – chiede una voce di donna. Sullo schermo, l’immagine di una spiaggia. Il resto viene quasi da sé. Un’anima in pena vaga per le strade di Roma e di Terracina, incontrando, di quando in quando, le persone della sua infanzia, i suoi famigliari o altri abitanti del quartiere. Le domande sono (quasi) le stesse per tutti. Ed ecco che ognuno di loro ci racconta la propria quotidianità, il proprio passato, i propri progetti per il futuro. Vi è un personaggio in particolare, però, che ha un ruolo diverso dagli altri: il padre della protagonista, ossia la donna che all’inizio si era rivolta alla propria madre e che vediamo apparire di quando in quando sullo schermo completamente vestita di bianco o appena alzatasi dal letto. Al padre spetta il non semplice compito di indicarle la via, di dimostrarle affetto, di rimproverarla e, soprattutto, di parlarle di sua mamma, scomparsa ormai da qualche anno. Semplice nello stile e nella realizzazione, ma decisamente complesso per quanto riguarda i contenuti, N-Capace, per la regia dell’autrice e performer teatrale Eleonora Danco, ha fin da subito attirato l’attenzione di pubblico e critica, già dalla sua presentazione al 32° Torino Film Festival.
La particolare messa in scena di N-Capace, di fatto, colpisce fin da subito. A metà strada tra l’onirismo ed il surrealismo, questo primo lungometraggio della Danco non può non far pensare, in alcuni momenti, addirittura a Federico Fellini: i personaggi intervistati appaiono a tratti statici, rigidi nelle loro posizioni, quasi come delle statue collocate, di volta in volta, in un contesto diverso. Appaiono in questi momenti quasi come figure inanimate ma piene di vita allo stesso tempo. Si potrebbe addirittura prendere a modello Portrait, bellissimo documentario di Sergei Loznitsa. Cosa vuol dirci la Danco con queste singolari trovate? Voglia di fermare il tempo? Ricerca disperata di risposte direttamente nel passato? Probabilmente, entrambe le cose. L’apparente calma delle figure riprese dalla telecamera, però, sta di fatto a simboleggiare la condizione della regista stessa: esteriormente tranquilla, ma con tanta voglia di urlare, di trovare un senso alla propria esistenza, di chiedere, di dare e di ricevere. DI conseguenza, N-Capace si presenta con un film disperato, quasi arrabbiato. Ed ecco che la stessa Eleonora Danco, durante una sua performance, si mette ad urlare la propria rabbia in mezzo alla strada con in mano un piccone, per poi tornare tranquilla e quasi “addormentata”, come l’abbiamo vista fin dall’inizio. Fino al punto di ritrovarsi – secondo una rigorosa struttura ellittica – sulla spiaggia che avevamo visto all’inizio e – una volta chiesto nuovamente alla madre di poter fare il bagno – correre libera – e liberata – verso il mare. Immagine, questa, particolarmente poetica e quasi commovente.
Passato (quasi) in sordina sul grande schermo, questa opera prima della Danco si è rivelata, di fatto, una piacevole sorpresa, sia per la particolare e curatissima messa in scena, sia, appunto, per il tema trattato, ossia la disperata ricerca di sé stessi. Cosa, questa, che mai come in questo periodo di incertezze sia dal punto di vista lavorativo che dal punto di vista della politica stessa, risulta per tutti noi tristemente attuale.
Un’opera da recuperare in una versione home video edita da Lucky Red e CG Entertainment di ottima qualità tecnica nonché ricca di interessanti extra.
Marina Pavido
N-Capace
Regia: Eleonora Danco Italia, 2014 Durata: 84′
Cast: Eleonora Danco
Lingue: Italiano Dolby Digital 5.1 Sottotitoli: Italiano per non udenti, Inglese, Francese
Formato: 2:35.1
Extra: Alessandro, Padre, Mafalda, Cicco, I raggazzi di Roma, I ragazzi di Terracina, Trailer
Distribuzione: CG Entertainment, Lucky Red