Home In sala Archivio in sala Momenti di trascurabile felicità

Momenti di trascurabile felicità

140
0
VOTO: 7

Chi muore si rivede

La trasposizione cinematografica più o meno fedele da un romanzo o racconto breve che sia è ormai pratica comune e pluridecennale alle diverse latitudini, di conseguenza un giorno si e l’altro pure sugli schermi approdano pellicole che trasformano le pagine dell’opera letteraria di turno in parole, suoni e immagini. Poi c’è anche chi non contento decide persino di prendere in consegna più di un libro per farne un mash-up audiovisivo come nel caso dell’ultima fatica dietro la macchina da presa di Daniele Luchetti dal titolo Momenti di trascurabile felicità, nelle sale a partire dal 14 marzo con 01 Distribution.
Ispirandosi liberamente alle matrici originali, il film mescola senza soluzione di continuità i romanzi Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità, entrambi di Francesco Piccolo che ne firma lo script a quattro mani con il cineasta capitolino. La storia e i suoi protagonisti sono dunque noti alle cronache letterarie, tuttavia dato il “cocktail” che l’operazione di adattamento ha richiesto per dare a essa forma e sostanza, riteniamo utile un reminder. Detto fatto. Paolo Federici, sposato e padre di famiglia, è appena stato vittima di un incidente stradale: all’incrocio con un semaforo, in sella al suo scooter, l’uomo viene letteralmente travolto da un camion. Subito dopo si ritrova in paradiso, dove in seguito alla morte prematura, gli viene concesso di ritornare sulla terra. Accompagnato da un angelo, Paolo ha a disposizione solo un’ora e trentadue minuti, durante i quali vorrà sistemare tutte le faccende importanti in sospeso, ma alla fine dovrà accontentarsi di trascorrere i suoi novantadue minuti in piccoli “momenti di trascurabile felicità”. Nonostante la sua intenzione a non reiterare gli sbagli commessi in passato, Paolo si ritrova inevitabilmente negli stessi errori e tradimenti, fino ad arrivare ad una presa di consapevolezza che gli permetterà sul finale di perdonare se stesso.
Letta la sinossi e visto il film non si può parlare di certo di originalità visto che il plot ci porta nuovamente al seguito di uomo al quale viene data un’occasione di riscatto dopo un’esistenza di chiusura affettiva, pigrizia, tradimenti e scarsa attenzione nei confronti di moglie e prole. Per farlo torna sulla terra con i minuti contati e con un angelo secondino alle calcagna, quanto basta per capire i tanti errori commessi in vita e per porvi – quando possibile – rimedio. Redenzione e riflessione davanti allo specchio sono le tappe da affrontare. Storie analoghe transitate sul grande schermo sono innumerevoli, per cui è inutile stare qui a buttare giù una lista di pellicole nelle quali è possibile rintracciare caratteri o dinamiche narrative e drammaturgiche comuni. L’approccio ideale è, quindi, non andare alla ricerca di qualcosa di diverso dal solito, piuttosto godersi quello che il film offre e mette a disposizione, a cominciare da una leggerezza che dispensa risate a volontà. E in un periodo di moria come quello che sta attraversando la commedia nostrana in questi primi mesi del 2019, uscire dalla sala con il sorriso stampato sulle labbra è davvero un lusso. Da questo punto di vista Momenti di trascurabile felicità si dimostra particolarmente generoso e al netto di un finale telefonato che fa storcere un po’ il naso, ciò che scorre sullo schermo è una commedia surreale dai toni fiabeschi che si muove tra terreno (Palermo) e l’aldilà, passando per un crocevia efficace di piani spazio-temporali.
Il risultato è un mosaico nel quale si incontrano presente e passato attraverso una serie di flashback che si vanno a incastrare uno dopo l’altro in una una sorta di corsa contro il tempo. Questo intreccio ben costruito, supportato da situazioni spassose (vedi la scena dell’accettazione all’ingresso del Paradiso o quella del passaggio a livello) e attori in parte (su tutti Pif al quale il personaggio di Paolo e i suoi flussi mnemonici sembrano cuciti addosso), permette a questa tragicomica odissea ultra-terrena di non perdere la bussola e di consegnare alla platea 90 minuti di piacevole intrattenimento.

Francesco Del Grosso

Articolo precedenteSofia
Articolo successivoA Decent Man

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

9 − 8 =