Un ragazzo pieno di energie
Non avrebbe bisogno di presentazioni, ma per chi non lo conoscesse Max Steel è una linea di action figures prodotta dalla Mattel a partire dal 1999, oggetto per ben due volte di adattamenti per il piccolo schermo nel 2001 e nel 2013 con due serie animate di grandissimo successo. Ora, a diciassette anni di distanza dalla sua apparizione sugli scaffali nostrani, arriva anche la trasposizione cinematografica, presentata in anteprima all’11esima edizione della Festa di Roma nella sezione Alice nella Città e dal prossimo 27 gennaio 2017 nelle sale con Lucky Red. Una trasposizione, questa, che si è fatta attendere a lungo, abbastanza da creare una certa attesa nei fan e nei nostalgici dei bei tempi che furono. Un’attesa che, per quanto ci riguarda, è stata ampiamente delusa. Il risultato, infatti, non la ripaga e non ripaga nemmeno il prezzo del biglietto.
Il giovane Max McGrath e sua madre si sono da poco trasferiti a Copper Canyon, la cittadina in cui Max è nato e dove suo padre, uno scienziato, è morto in circostanze misteriose. Integrarsi nella nuova scuola non è facile per Max e il tutto diventa sempre più complicato quando il suo corpo, improvvisamente, inizia a generare strane fiammate di energia, un potere incontrollabile che lo costringe ad allontanarsi dalle persone che gli sono accanto, compresa la sua nuova amica Sofia. Durante una fiammata che gli costerebbe la vita, Max viene salvato da Steel, un extraterrestre techno-organico che segretamente lo osservava. I due scoprono che possono controllare e trasformare le proprie energie in una forza sovraumana solo se uniti e che separati non potranno sopravvivere. Quando i due improbabili amici impareranno ad accettare i propri destini collegati, si troveranno a scoprire segreti sulla morte del padre di Max e scopriranno anche di essere perseguitati da un nemico inaspettato, deciso a catturarli per un piano malvagio. I due dovranno scoprire la verità e trovare un modo per sconfiggere la misteriosa forza che sta minacciano il mondo.
Quello che Stewart Hendler ha portato sullo schermo è un live action davvero di pessima fattura, non tanto dal punto di vista della confezione, ma da tutto ciò che la confezione stessa è stata chiamata ad accogliere nel proprio ventre drammaturgico. Gli effetti speciali, pur non eccelsi, provano a gettare fumo negli occhi degli spettatori di turno, ma non sono sufficienti a distrarli dalla voragine narrativa aperta dalla scrittura. Chi ha voluto che Max Steel approdasse sul grande schermo, ossia i produttori della Dolphin Films, avranno pensato che la fama dell’omonimo giocattolone bastasse a garantire al film un traino per portare la nave con tutto il suo carico e il suo equipaggio sano e salvo in porto, ma a quanto pare devono avere fatto male i loro calcoli. Magari la trappola potrà funzionare e fare la fortuna dell’operazione al box office, ma la sensazione di delusione post visione, almeno quella, non potrà cancellarla nessuno.
Max Steel mescola in maniera confusa e poco omogenea temi e stilemi del cinema Sci-Fi e del filone supereroeistico che sta facendo proliferare i cine-comics a stelle e strisce. Non manca davvero nulla all’appello, compresa la morale a buon mercato; peccato che il tutto venga messo al servizio di una trama inconsistente, che fa davvero fatica a tenere insieme i pezzi. Nemmeno l’esperienza maturata da Hendler in serie televisive affini ai generi di appartenenza della sua ultima fatica dietro la macchina da presa, come Halo 4: Forward Unto Dawn o H+, sono serviti alla causa. Così come il contributo davanti alla cinepresa di attori navigati come Maria Bello e Andy Garcia, rispettivamente nei panni di Molly McGrath e del dottor Miles Edwards, ha dato al film un po’ di stabilità. Non resta allora che dimenticare quanto abbiamo visto e farlo il prima possibile.
Francesco Del Grosso