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Festa del Cinema di Roma 2016: presentazione

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L’asticella si alza

Le tre parole che avevano caratterizzato la line up della Festa del Cinema di Roma 2015, ossia discontinuità, varietà e qualità, tornano a risuonare anche in questa 11esima edizione firmata Antonio Monda, la seconda del suo mandato, che si terrà dal 13 al 23 ottobre 2016 nella consueta cornice dell’Auditorium Parco della Musica e in numerose altre location sparpagliate a macchia d’olio nella città. Un’edizione, questa che ci apprestiamo a raccontarvi in presa diretta, orfana però di una figura di riferimento come quella di Gianluigi Rondi e di un collega stimato come Luca Svizzeretto, al quale dedichiamo questa presentazione e le recensioni che la arricchiranno, scritte speriamo con la medesima attenzione e passione che animavano le sue pubblicazioni. Il tutto reso ancora più doloroso dalle tante scomparse di illustri esponenti della Settima Arte (e non solo) che hanno segnato questa annata.
Al di là di questo, il fatto di riproporre gli stessi punti chiave serve al Direttore Artistico della kermesse capitolina per ribadire e dare un seguito al suo progetto e alla sua idea di festival, che sotto la sua guida è tornata ad essere come agli esordi della manifestazione una vera e propria Festa. L’obiettivo continua ad essere quello di distaccarsi da eventi cinematografici ormai storici e dall’impianto classico (Venezia, Berlino o Cannes), a favore di un’offerta molteplice e ricca, ma non strettamente legata a rigide gerarchie in termini di sezioni, generi e divisioni interne, capace anche di allargare gli orizzonti della propria programmazione alle altre Arti. Trattasi di un’architettura e di un modo di concepire una manifestazione cinematografica che strizza l’occhio al Festival di Toronto. In tal senso, le parole pronunciate dal Presidente della Fondazione Cinema per Roma, Piera Detassis, riassumono alla perfezione quanto e cosa vedremo nella dieci giorni romana: “La Festa che ci propongono Antonio Monda e la sua squadra assomiglia al bellissimo poster dell’evento (una foto di scena di Singin’ in the Rain, che vede danzare Gene Kelly insieme a Cyd Charisse), tanta musica, molti talenti musicali, l’eleganza del bianco e nero e della memoria, ma anche l’attenzione a ciò che si muove nel mondo, dalla politica americana a cui sono dedicate rassegna e panel nella stagione delle presidenziali USA, al tema della differenza, della discriminazione e della tolleranza, il tutto declinato in puro cinema. Una Festa che porta nel suo cuore pulsante le Conversazioni con le personalità del cinema (e nei dintorni del cinema), la Festa dal red carpet imponente, dalle tante stelle, ma che non dimentica (terremoto compreso)”.
Su queste basi e seguendo le traiettorie appena delineate prende così forma e sostanza il cartellone dell’attesa 11esima edizione, che per quanto concerne l’offerta presenta al pubblico e agli addetti ai lavori la stessa formula del 2015, con qualche piccola novità a migliorarne la fruibilità. Tra queste ci sono le neonate sezioni Riflessi e Tutti ne parlano. Nella prima, interamente dedicata al “cinema del reale” nelle sue diverse declinazioni, trovano spazio undici documentari tra cui: Lascia stare i Santi di Gianfranco Pannone, un viaggio in Italia lungo un secolo nella devozione religiosa popolare; Shelter, nel quale i fratelli Brent e Craig Renaud raccontano la crudezza e la profondità commovente dei ragazzi che cercano riparo nella Covenant House di New Orleans, insieme al personale che lotta per rendere ogni giorno un miracolo; L’arma più forte di Vanni Gandolfo sulla storia dimenticata di Luigi Freddi, funzionario fascista, che aveva una profonda passione per il cinema; e Crazy for Football, il nuovo documentario di Volfango De Biasi e Francesco Trento sulla “terapia col pallone”, ambientato nel primo mondiale di calcio per pazienti psichiatrici andato in scena a Osaka. Mentre nella seconda neonata sezione saranno proiettati alcuni tra i migliori film presentati in altri Festival che non sono stati ancora distribuiti in Italia: dallo zombie movie sudcoreano Train to Busan di Yeon Sang-ho al western vecchio stile di David Mackenzie dal titolo Hell or High Water, passando per l’incantevole animazione di Michael Dudok de Wit in La tartaruga rossa.
Per il resto il menù è rimasto invariato e saldamente ancorato alle linee guida delineate e fortemente volute la passata stagione da Monda. Questo ci fa un enorme piacere, perché troppe volte negli anni la kermesse capitolina è stata bersaglio e oggetto di pesanti riconfigurazioni e ristrutturazioni, che le hanno impedito di maturare e raggiungere una precisa identità. Che questa sia la volta buona? Speriamo. Detto questo, la line up 2016, oltre alle novità già evidenziate, ospiterà una Selezione Ufficiale composta da 44 film, che ha l’obiettivo di offrire qualità ed eccellenza in tutte le espressioni cinematografiche: nel cinema indipendente, nella produzione di genere, nell’opera di autori affermati, in quella di registi emergenti, nella ricerca e nella sperimentazione, nel cinema di dichiarata vocazione spettacolare, nell’animazione, nella visual art e nei documentari. Di questa selezione sono molti i titoli appetibili sulla carta, dove a farla da padrona è la produzione a stelle e strisce: dal thriller finanziario The Accountant di Gavin O’Connor al dramma sulla schiavitù The Birth of a Nation di Nate Parker, dal legal thriller Denial di Mick Jackson alla dramedy The Hollars di John Krasinski, passando per il dramma familiare Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan e Moonlight di Barry Jenkins, una storia senza tempo di relazioni umane e della scoperta di sé. A quest’ultimo, ritratto vivo e attuale sulla vita degli afroamericani e riflessione intensa e poetica sull’identità, il senso di appartenenza, la famiglia l’amicizia e l’amore, l’onere e l’onore di aprire la kermesse nella serata del 13 ottobre. Una kermesse, quella romana, che dieci giorni dopo avrà il suo epilogo altrettanto emozionante con l’intenso road movie diretto da Garth Davis battezzato Lion, interpretato dal meraviglioso terzetto composto da Nicole Kidman, Dev Patel e Rooney Mara.
Ma la programmazione non indossa solamente i colori della bandiera statunitense; sono, infatti, ventisei le cinematografie che prenderanno parte a questa 11esima edizione. Restando nel Nuovo Continente, dal Centro e Sud America arrivano ad esempio il disaster movie messicano 7.19am di Jorge Michael Grau, il dramma colombiano La Mujer del Animal di Victor Gaviria e quello politico made in Perù La última tarde di Joel Calero. Pochi ma buoni sembrano i rappresentanti asiatici, ossia il wuxia pian cine-hongkonghese Sword Master 3D di Tung-Shing ‘Derek’ Yee e il dramma familiare The Long Excuse della giapponese Miwa Nishikawa. All’appello risponde anche l’Oceania con Goldstone di Ivan Sen, un complesso, elegante e intelligente noir che riflette sulla storia dell’Australia con un racconto avvincente ambientato nel presente. E una parte consistente della rosa proviene naturalmente dal Vecchio Continente, con film come l’irlandese The Secret Scripture di Jim Sheridan, il tedesco Fritz Lang di Gordian Maugg, il francese La fille de Brest di Emmanuelle Bercot e l’inglese Una di Benedict Andrews. Tra le ventisei nazioni coinvolte non può mancare ovviamente quella italiana, che potrà contare su un poker davvero variegato: dal caleidoscopio di vite diversissime e pulsanti nel dramma sociale di 7 minuti di Michele Placido, al road movie metropolitano dai toni comici di Maria per Roma di e con di Karen Di Porto. Una Capitale e il suo sterminato hinterland che fa da sfondo anche a Sole Cuore Amore di Daniele Vicari, storia di un’amicizia tra due giovani donne in una città bella e dura.  Chiude il quartetto, il documentario di Francesco Patierno Napoli ’44, che porta sullo schermo le memorie romanzate di un giovane ufficiale inglese di nome Norman Lewis, in una potente denuncia degli orrori delle guerre.
Non mancheranno naturalmente i grandi nomi della Settima Arte che approdano sugli schermi e il red carpet della Festa per presentare le loro ultime fatiche dietro la macchina da presa. Questi rispondono ai nomi di Stephen Frears, Oliver Stone e Werner Herzog. Non ci sarà purtroppo il polacco Andrzej Wajda, da poco scomparso, la cui presenza era prevista per presentare il biopic Afterimage sull’odissea umana e professionale del famoso pittore Władysław Strzemiński. Mentre il cineasta britannico accompagnerà il biopic sull’ereditiera Florence Foster Jenkins nella pellicola omonima. E di una vera e propria odissea destinata a trasformarsi in una spietata caccia all’uomo si narra anche nel nuovo film di Oliver Stone, che in un thriller politico al cardiopalma interpretato da Joseph Gordon-Levitt e Shailene Woodley dal titolo Snowden rivela l’incredibile storia personale e sconosciuta di Edward Snowden, figura polarizzante che ha rivelato le attività di sorveglianza illegali e scioccanti attuate dalla NSA (l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale). Di tutt’altro genere, invece, l’opera di Herzog, che in Into the Inferno racconta l’incontro in Antartide con Clive Oppenheimer, un vulcanologo dell’Università di Cambridge. I due si ritrovano per girare questo documentario sui vulcani e sul loro significato, in un viaggio che li condurrà dall’Indonesia all’Etiopia fino al Nord Corea.
Quello del cineasta tedesco però non è l’unico rappresentante del cosiddetto “Cinema del Reale” all’interno della Selezione Ufficiale. Tra i quaranta e passa film che la compongono, infatti, figurano una serie di documentari (oltre agli undici presenti nella sezione Riflessi) che si annunciano davvero interessanti, a cominciare da The Eagle Huntress di Otto Bell, che racconta la vera storia di Aisholpan, tredicenne mongola che ha il sogno di diventare la prima cacciatrice di aquile donna, arrivando a competere all’annuale Golden Eagle Festival. Da non lasciarsi sfuggire nemmeno Richard Linklater: Dream is Destiny di Louis Black, uno sguardo non convenzionale sull’opera del regista americano di origini texane noto per il suo stile indipendente, che si è andato via via affermando tra la fine degli anni ottanta e i novanta come alternativa alle produzioni hollywoodiane e newyorkesi. Senza dimenticare The Rolling Stones Olé Olé Olé! di Paul Dugdale, che segue il tour dei Rolling Stones nei primi mesi del 2016 attraverso dieci città latinoamericane concluso con un concerto all’aperto all’Avana, dove la band si è esibita per la prima volta.
Uno sguardo è rivolto anche al passato con una serie di retrospettive, come le personali su Tom Hanks (che riceverà il premio alla carriera) e Valerio Zurlini. Ma un ruolo importante sarà anche quest’anno svolto dagli Incontri Ravvicinati con autori, attori e protagonisti della cultura italiana e internazionale, dalle retrospettive e dagli omaggi. Come è già accaduto lo scorso anno nel caso di Renzo Piano, Donna Tartt e Riccardo Muti, quest’anno interverranno a Roma Daniel Libeskind, Jovanotti, Don DeLillo, Gilbert & George e tanti altri.
Accanto alla Festa, come sezione autonoma e parallela, troveremo il cartellone di Alice nella città che organizzerà, secondo un proprio regolamento, una rassegna di film per ragazzi, che siamo sicuri regalerà al pubblico piacevoli sorprese. Basta dare un’occhiata al programma e scorgere titoli come 3 Generations di Gaby Dellal, Captain Fantastic di Matt Ross, Hunt for the Wilderpeople di Taika Waititi e Goodbye Berlin di Fatih Akin, per capirne la portata e il potenziale.
Leggendo attentamente questa nostra carrellata sommaria sul cartellone della Festa di Roma 2016 e andando a scoprire nel dettaglio la sua offerta per quanto concerne le visioni, gli incontri, le mostre e gli eventi, la prima cosa che viene in mente è un paragone con un saltatore in alto che per conquistare un gradino sul podio deve riuscire a superare la misura precedente dopo che i giudici di gara hanno sollevato di uno scatto l’asticella. Di conseguenza, per fare meglio della passata edizione, Monda e il suo entourage dovranno provare a superare l’asticella e, programma alla mano, potrebbero farcela. Staremo a vedere.

Francesco Del Grosso

Riepilogo recensioni per sezione dell’11esima edizione della Festa del Cinema di Roma

Selezione ufficiale

Moonlight di Barry Jenkins

Todo lo demás di Natalia Almada

Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan

Snowden di Oliver Stone

The Birth of a Nation di Nate Parker

Sole Cuore Amore di Daniele Vicari

The Eagle Huntress di Otto Bell

7:19am di Jorge Michel Grau

Into the Inferno di Werner Herzog

La fille de Brest di Emmanuelle Bercot

Land of the Little People di Yariv Berman

Afterimage di Andrzej Wajda

Una di Benedict Andrews

Denial di Mick Jackson

The Accountant di Gavin O’Connor

Napoli ’44 di Francesco Patierno

The Last Laugh di Ferne Pearlstein

Maria per Roma di Karen di Porto

Goldstone di Ivan Sen

La caja vacía di Claudia Sainte-Luce

Florence Foster Jenkins di Stephen Frears

Fritz Lang di Gordian Maugg

Sword Master 3D di Tung-Shing Yee

La última tarde di Joel Calero

The Hollars di John Krasinski

The Rolling Stones Olé Olé Olé! di Paul Dugdale

Noces di Stephan Streker

Lion di Garth Davis

La Mujer del Animal di Victor Gaviria

Richard Linklater: Dream Is a Destiny di Louis Black

The Long Excuse di Miwa Nishikawa

Al final del túnel di Rodrigo Grande

The Secret Scripture di Jim Sheridan

7 minuti di Michele Placido

Alice nella città

dodici pagine di Riccardo Caruso, Roberto Tenace, Luigi Lombardi, Elisabetta Falanga

Il più grande sogno di Michele Vannucci

3 Generations di Gaby Dellal

Swiss Army Man di Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Kicks di Justin Tipping

Louise en hiver di Jean-François Laguionie

Captain Fantastic di Matt Ross

Max Steel di Stewart Hendler

Goodbye Berlin di Fatih Akin

Kubo e la spada magica di Travis Knight

I’m not a Serial Killer di Billy O’Brien

London Town di Derrick Borte

Sing Street di John Carney

Strane straniere di Elisa Amoruso

Babylon Sisters di Gigi Roccati

2night di Ivan Silvestrini

The Habit of Beauty di Mirko Pincelli

Tutti ne parlano

Hell or High Water di David Mackenzie

Genius di Michael Grandage

La tartaruga rossa di Michael Dudok de Wit

Train to Busan di Yeon Sang-ho

Preaperture

Inferno di Ron Howard

In guerra per amore di Pif

American Pastoral di Ewan McGregor

La guerra dei cafoni di Davide Barletti e Lorenzo Conte

Riflessi

Haiku on a Plum Tree di Mujah Maraini-Melehi

Retrospettiva Tom Hanks

Il ponte delle spie di Steven Spielberg

Retrospettiva Valerio Zurlini

Estate violenta di Valerio Zurlini

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