Home In sala Archivio in sala Les souvenirs

Les souvenirs

67
0
VOTO: 6.5

L’importanza di essere francesi

Anche facendo finta di ignorare titolo, carta d’identità del regista e del cast, il fatto che Les souvenirs sia un film tipicamente francese lo si comprende benissimo sin dalle primissime sequenze. Costruzione “poetica” delle situazioni narrative, dialoghi curati e pregnanti, colonna sonora che accompagna dolcemente i personaggi alla ricerca dei loro scopi nella vita. Tre generazioni differenti vengono prese in esame nell’opera terza da regista dell’attore Jean-Paul Rouve, che nel film si ritaglia il ruolo di Philippe, affabile proprietario d’albergo che assume Romaine, il più giovane degli esponenti della famiglia Esnard, i cui sommovimenti esistenziali vengono appunto raccontati nel film. Un lungometraggio che si apre e si chiude con un funerale – ma soprattutto con il medesimo aspetto collaterale a verificarsi, cioè un ritardo alla presenza dello stesso – a sottolineare la perfetta (troppo?) ciclicità di un tempo che prevede per tutti un momento, piccolo o grande che esso sia, di gloria.
Appare dunque chiaro come Les souvenirs (il titolo spiega alla perfezione lo spirito che permea il film, sospeso tra la dolcezza del ricordo e la sete di futuro nell’accumulare i ricordi di vita stessi…) sia la classica commedia di caratteri, sottogenere di cui i nostri cugini d’oltralpe continuano ad essere maestri mentre noi italiani ne abbiamo da tempo perso lo stampo. La matriarca Madelaine non si rassegna alla solitudine dopo la perdita del marito, rifiuta la sistemazione in una casa di riposo parigina e fugge verso la Normandia, luogo della sua infanzia bruscamente interrotta dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Suo figlio Michel, ometto senza qualità e indecisionista per mestiere, appena andato in pensione dopo un’onorevole carriera in un ufficio postale, entra in crisi nel rapporto con la moglie Nathalie ed è pervaso dai sensi di colpa a seguito della fuga della madre dall’ospizio dove lui l’aveva sistemata. Romain è invece il giovanotto di famiglia, figlio di Michel e nipote di Madelaine, alla quale è legato da un profondissimo rapporto. Cerca la ragazza della sua vita e coglierà al balzo i preziosi consigli “sentimentali” di un originale, filosofeggiante commesso di autogrill.
Va ovviamente da sé quanto gli attori siano bravi a disegnare i caratteri dei loro personaggi: la veterana Annie Cordy è una nonnina fatta di determinazione e tenerezza; il redivivo Michel Blanc (indimenticabile ne L’insolito caso di Mr.Hire di Patrice Leconte del lontano 1989) rappresenta alla perfezione le incertezze di una mezza età tendente alla vecchiaia, mentre la rivelazione – almeno nel nostro paese – Mathieu Spinosi conferisce al proprio personaggio tutta la brama di vita dovuta alla vigoria giovanile. Per il resto Les souvenirs commette forse l’errore di cercare il realismo attraverso la spontaneità sia recitativa che di situazioni, tradendo tuttavia l’artificiosità narrativa di momenti sin troppo preparati a tavolino con il preciso scopo di piacere al pubblico. Difetto, quest’ultimo, per l’appunto tipico dello strabismo di un certo cinema transalpino che vorrebbe guardare contemporaneamente allo stile inimitabile di Eric Rohmer nonché ai buoni risultati al botteghino. Bisogna comunque ammettere che il risultato finale, al netto di qualche sdolcinatura eccessiva, è certamente godibile, con la visione del film a scorrere fluida e senza particolari intoppi. A patto però di approcciarsi ad un’operina come Les souvenirs pensandola in termini di puro intrattenimento e non come breviario d’autore sui massimi sistemi che regolano, universalmente parlando, il patrimonio inestimabile del vissuto di ognuno.

Daniele De Angelis

Articolo precedenteAmo la tempesta
Articolo successivoIl Libro della Giungla

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

tredici − 4 =