Le cose perdute è meglio che restino tali
Una chicca dal sapore anglosassone quella presentata in concorso alla 43ma edizione del Fantafestival dal regista Luigi Parisi (Il morso del serpente, Il bello delle donne, L’Onore e il rispetto, Il Peccato e la Vergogna, Caterina e le sue figlie); il suo ultimo cortometraggio (prodotto dalla Darkside Entertainment con la partecipazione di Vivi la vita srl e l’agenzia Bmore Management) Le cose perdute condensa in 15 minuti l’essenza di un lungometraggio di genere unendo un’ottima sceneggiatura ed una salda mano autoriale per un mini-film italiano dalle atmosfere quasi gotiche.
L’insegnante di inglese madrelingua Jenna Wilson (Margherita Remotti) ha un dono: grazie ad un pendolino magico e ad i suoi poteri riesce a trovare le cose perdute. Assunta dall’ambigua Alma Sorvino (Maria Letizia Gorga) per ritrovare il diario della figlia all’interno della propria prestigiosa dimora, dovrà fare i conti con il passato. Nel cast anche l’esordiente Gabriela Predescu (allieva della scuola Action Academy di Nando Muscariello e Maria Grazia Cucinotta) nel ruolo di Silvia.
Un horror molto classico e di ottima fattura, sia per la cura delle ambientazioni che per l’interpretazione delle protagoniste, che si avvale finanche di una piccola troupe di professionisti del settore, tra cui il Maestro Nino Celeste alla fotografia; le atmosfere sono filtrate dalla tremolante luce delle candele, che ricrea ad un tempo l’esoterismo del rito praticato dalla sensitiva per ritrovare l’oggetto perduto, fondendolo con l’inquietudine di un horror psicologico. Poco sangue ma sottile paura che coinvolge lo spettatore in un gioco sagace ed ingegnoso sino alla rivelazione finale.
Michela Aloisi